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Il Kazakhstan nelle relazioni internazionali

Perché il Kazakhstan suscita sempre maggiore interesse nella comunità internazionale? Com'è stato possibile, per la diplomazia kazaka, mantenere ottimi rapporti sia con Mosca che con Washington? É stato realmente così? Quale ruolo gioca Astana all'interno di complesse questioni internazionali di stringente attualità, quali il problema del "nucleare iraniano" e la "questione uigura"? Com'è riuscito il Presidente Nazarbayev a far sì che il proprio paese, una non-democrazia, ottenesse la presidenza di turno dell'OSCE per l'anno 2010? A queste ed altre domande tenta di dare una risposta l'elaborato, il quale si configura come la più completa disamina (in lingua italiana) della politica estera kazaka dal 1991 ad oggi.

Sin dai suoi esordi alla fine del 1991, la politica estera del Kazakhstan indipendente si è sempre caratterizzata per l’adozione di un approccio “multivettoriale”. Ciò ha significato, in un’ottica puramente pragmatica e di perseguimento degli obiettivi strategici nazionali, evitare, con qualunque paese, rapporti pregiudizialmente preferenziali o discriminatori. Se da un lato, a causa della geografia (una frontiera comune di 7 mila chilometri) e della legacy sovietica (dipendenza economica e militare), la Russia ha costituito un partner naturale del Kazakhstan, dall’altro lato il Presidente Nazarbayev non ha mai cessato di considerare gli Stati Uniti (nonostante episodiche frizioni in tema di democrazia) come il principale bilanciatore alla grande influenza di Mosca nel paese (si pensi che al momento dell’indipendenza, nel 1991, un terzo della popolazione presente nella Repubblica kazaka era di etnia russa). Sia lo smantellamento dell’imponente arsenale nucleare ereditato dall’URSS, sia le ingenti risorse energetiche del Caspio hanno costituito potenti incentivi (che Nazarbayev è stato abile a sfruttare) alla presenza americana in Kazakhstan. Peraltro, proprio il settore dell’energia è stato quello che, negli ultimi anni, ha assunto maggior rilievo all’interno dei rapporti (sempre più intensi) tra Astana e Pechino. Tuttavia, il multivettorialismo non si è limitato a dirigere il Kazakhstan verso le grandi potenze: ugualmente rilevanti sono apparsi i rapporti con le potenze regionali asiatiche (in particolare, Giappone ed Iran), con gli altri paesi dell’Asia Centrale (anzitutto, Uzbekistan e Kyrgyzstan) e con l’Unione Europea. Neppure, l’approccio multivettoriale ha comportato un’esclusiva concentrazione degli sforzi diplomatici sulle relazioni bilaterali: il Kazakhstan si è rivelato il principale promotore dei processi d’integrazione regionale, oltre che un attivo protagonista all’interno di numerosi contesti istituzionali internazionali (CSTO, SCO, EurAsEC, CICA, OSCE, programma Partnership for Peace della NATO, etc.).

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1 I MULTIVETTORIALISMO Una politica estera bilanciata e multidimensionale è per noi un’oggettiva necessità. Kasym-Zhomart Tokayev, Ministro degli Esteri del Kazakhstan, 2004. L’ambiente interno Un sondaggio apparso il 30 Settembre 2008 sul sito del quotidiano on-line Gazeta.kz domandava ai lettori quale fosse, ammesso che vi fosse, la ragione del crescente interesse suscitato dal Kazakhstan nelle relazioni internazionali. Alla chiusura del sondaggio, il 2 Dicembre 2008, le risposte erano state solamente 85: la rilevanza statistica di tale campione appare, perciò, quantomeno dubbia1. Risultano invece estremamente significative le diverse risposte per le quali i lettori avevano avuto la possibilità di optare. L’attenzione della comunità internazionale verso il Kazakhstan avrebbe potuto essere determinata: a) dalla sua posizione geopolitica; b) dalla ricchezza di petrolio e di altre risorse naturali presenti nel sottosuolo del paese; c) dal carisma del Presidente Nazarbayev; d) dalle iniziative politiche delle autorità kazake2. Come si noterà nel corso dell’elaborato, ciascuna delle quattro opzioni contiene elementi di verità. Tuttavia, si dimostrerà come le prime tre alternative non offrano che una risposta parziale alla domanda iniziale “perché il Kazakhstan è oggi al centro (sempre ammesso che lo sia) dell’attenzione nell’arena politica internazionale?”, domanda alla quale tenta di dare una risposta questo primo capitolo. Scegliendo l’opzione “a)”, il lettore avrebbe posto l’accento sulla relazione tra geografia fisica, geografia umana ed azione politica3. In particolare, in tale ottica, risulterebbe immediato il riferimento al pensiero di Halford Mackinder e di coloro che, 1 La limitata attendibilità del sondaggio deriva, inoltre, dalla mancanza di informazioni circa la posizione sociale, il genere ed addirittura la nazionalità dei partecipanti. Senza contare poi la possibilità, per lo stesso soggetto, di votare più volte. Tuttavia, occorre aggiungere che, tra i 10 sondaggi promossi dal sito Gazeta.kz nel corso degli anni, quello da noi considerato si posiziona al secondo posto per maggior partecipazione. Si tenga presente, infine, che in Kazakhstan, su di una popolazione di circa 15 milioni di abitanti, meno di 2 milioni godono di un accesso, anche sporadico, ad internet; CIA-The World Factbook, https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/kz.html (aggiornato al 5 Marzo 2009). 2 Internet Newspaper Gazeta.kz, http://eng.gazeta.kz/vresults.asp?p=1&vid=15 (2 Dicembre 2008). Con “iniziative politiche” s’intendono, evidentemente, azioni aventi rilevanza internazionale, perciò, principalmente, azioni di politica estera. 3 Il riferimento è all’idea di “geopolitica” propria di Yves Lacoste. Al centro di tale concetto vi sarebbero sia un territorio conteso, sia le popolazioni che vi abitano; Y. Lacoste, “Che cos’è la geopolitica”, in “Eurasia”, http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EEluyZVEAkibIrjCwk.shtml (9 Marzo 2009).

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