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Prospettive di sviluppo turistico nell'entroterra sardo. Analisi sul comune di Sedilo.

Le espressioni della pratica turistica che caratterizzano l’epoca postindustriale aprono una serie di prospettive anche per le piccole comunità. I territori rurali, ricchi di tradizioni e peculiarità specifiche, possono attirare l’attenzione del mercato turistico internazionale puntando su quelle nicchie che vivono la vacanza come un’esperienza di arricchimento del patrimonio personale, attraverso percorsi e motivazioni costruiti autonomamente, alla ricerca di nuove emozioni e realtà inedite. Con queste premesse nasce l’ipotesi guida di questo lavoro: “Ipotizzo che sia possibile avviare nell’entroterra sardo un processo di sviluppo turistico che si fondi sulle realtà culturali del luogo, nutrito dalle peculiarità naturali e archeologiche e sostenuto dalla collaborazione tra tutti i comuni”.
La scelta del campo di indagine si è orientata verso il comune di Sedilo: un paesino della provincia di Oristano, situato nel centro della Sardegna, che si caratterizza per un territorio ricco di beni archeologici e ambientali di grande pregio e forti legami con le tradizioni del passato. L’economia - da sempre basata sul settore primario, con una prevalenza di allevamenti ovini allo stato brado - ha vissuto negli ultimi decenni una situazione di stallo incline alla regressione. Si rileva altresì una tendenza allo spopolamento e all’invecchiamento della popolazione, tipica delle zone rurali di tutta Europa.
Nel corso dell’indagine di sfondo erano emersi, da parte degli abitanti di Sedilo, atteggiamenti di ostilità nei confronti dello sviluppo turistico: giacché nessuna ipotesi in tal senso può fare a meno del consenso della popolazione locale, si è scelto di indagare sugli approcci alla trasformazione del territorio e sulla reale esistenza di un dissenso. Sono state utilizzate sei ipotesi di lavoro collegate ad altrettante variabili: resistenza (allo sviluppo), comunicazione istituzionale, sfiducia e consapevolezza (della popolazione locale), digital divide e infine un’ipotesi di metodologia EASW che potrebbe migliorare ciascuno di questi aspetti. Attraverso la somministrazione di 273 questionari alla popolazione locale, unita alle interviste agli amministratori locali, sono emerse consistenti prospettive di sviluppo. I dati raccolti, infatti, sono particolarmente incoraggianti: la resistenza, non raggiungendo il 4% del totale, è abbastanza contenuta; la sfiducia caratterizza meno del 20% del campione che invece mostra alti livelli di consapevolezza riguardo alle potenzialità del territorio. Ciò che più scontenta è invece la gestione di quest’ultimo: in questo senso, la partecipazione è piuttosto scarsa, ma lo è anche la qualità della comunicazione istituzionale. Per quanto concerne il digital divide, i dati non sono allarmanti e appaiono in linea con le medie dell’Italia meridionale, senza mostrare alcuna relazione con l’approccio allo sviluppo turistico.
Acquisita la consapevolezza della specificità del proprio contesto territoriale, non resta che impegnarsi per la valorizzazione delle risorse: infatti, almeno queste, abbondano. È necessario organizzarsi per metterle in campo sul piano delle relazioni turistiche in maniera sistemica e pianificata. A questo proposito, la provincia di Oristano, ha chiaramente deciso di puntare su un turismo culturale e ambientale di eccellenza con proposte turistiche autentiche, legate alle tradizioni, alle popolazioni e al territorio nel suo complesso. A questo territorio, appartiene anche Sedilo ed è arrivato il momento di mettersi in gioco verso una crescita complessiva!

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9 Introduzione Quando ho pensato per la prima volta a questo lavoro, avevo voglia di indagare sulla possibilit di avviare un processo di sviluppo turistico nell entroterra sardo e in particolare in quella porzione di territorio riconducibile alla regione storica del Guilcier. Il nocciolo della questione sarebbe dovuto essere racchiuso nelle possibilit di realizzare, nel territorio sud detto, tutti quei modelli di turismo che si stanno sostituendo al decadente turismo di massa. Si pu dire che la mia tesi Ł partita da l , circa due anni fa. I contenuti della parte compilativa sono poi stati mantenuti nella loro progressione cronologica originale - soprattutto per rappresentare con fedelt il mutamento della messa a fuoco dell oggetto d indagine - e gradualmente arricchiti dalla necessit di nuovi approfondimenti. La domanda che mi sono posta era se fosse possibile, a Sedilo, avviare un processo di sviluppo turistico fondato sulla realt culturale del luogo, nutrito dalle peculiarit natu rali e archeologiche e sostenuto dalla collaborazione con i paesi del circondario. Il circondario Ł il Guilcier, una zona in mezzo a tutte le altre: non Ł Campidano, non Ø Oristanese, non Ł Barbagia nØ Logudoro Sedilo sta l , nel centro della Sardegna, sopra il lago Omodeo, vicinissima allo snodo della 131, arteria principale dei collegamenti via terra di tutta l isola. A mio avviso, lo sviluppo turistico nella zona del Guilcier, oltre ad essere allettante per il cittadino metropolitano stressato, il naturalista convinto o lo storico passionale, sarebbe una risorsa interessante per l economia locale: incentiverebbe tra l altro la richiesta di prodotti tipici che potrebbe essere utile per innescare un processo di organizzazione cooperativa nella produzione, trasformazione e vendita degli stessi, con evidenti vantaggi per

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