Catenaccio, contropiede e zona Cesarini: analisi della lingua speciale del calcio
Il calcio è di gran lunga lo sport più popolare e praticato in Italia, tanto da essere ormai entrato a far parte della cultura e della quotidianità del nostro paese.
Fenomeno sociale e di costume, fenomeno economico, ma anche fenomeno
linguistico: il calcio infatti, proprio in quanto sport nazionale, ha anche un suo particolare lessico che viene usato quotidianamente dagli addetti ai lavori e dai milioni di appassionati, ma che è conosciuto di riflesso anche da quanti non seguono regolarmente questo sport, proprio in virtù della sua grande diffusione, del fatto che molto spesso prende i suoi termini dalle più varie scienze e attività umane, ed anche per una sua, seppur limitata, espansione nella lingua comune.
Nel presente lavoro si cercherà quindi di analizzare la formazione della lingua speciale del calcio distinguendo i seguenti procedimenti:
a) utilizzo di prestiti e calchi provenienti da una lingua straniera;
b) risemantizzazione di unità lessicali (monorematiche o polirematiche) già usate nella lingua comune o in altre lingue speciali;
c) formazione di nuove unità lessicali (monorematiche o polirematiche) mediante procedimenti morfologici;
d) utilizzo di sigle e accorciamenti.
A questi verranno poi aggiunti altri due elementi di fondamentale importanza, vale a dire i termini coniati o comunque introdotti all'interno del lessico calcistico dal giornalista e scrittore Gianni Brera e gli appellativi utilizzati per far riferimento ai componenti delle squadre di calcio.
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico Agnessi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Maria Grossmann |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 70 |
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