Analisi del transnazionalismo ad Oxford: i progetti TransComm e COMPAS
Il mio lavoro ha lo scopo di segnalare le concezioni principali elaborate dai programmi di ricerca “TransComm” e “COMPAS” sviluppati presso l’Università di Oxford a riguardo del transnazionalismo, analizzando i working papers con cui vari studiosi vi hanno collaborato.
Il transnazionalismo è un concetto che si sta sempre più diffondendo all’interno della Sociologia delle Migrazioni e non solo: esso indica sia un determinato tipo di pratiche compiute dai migranti che l’approccio utilizzato per l’analisi di esse. Ciò comporta un’ampia estensione del concetto stesso, per cui l’introduzione e l’utilizzo nella ricerca di tale termine sono state criticate da più parti a causa dell’indeterminatezza di quest’ultimo; di conseguenza alcuni studiosi, in particolare facenti parte del programma di ricerca TransComm, tenuto presso l’Università di Oxford, hanno tentato di darne una definizione più precisa e di dimostrarne la validità per l’analisi dei fenomeni migratori. Essi stessi ammettono comunque che le pratiche transnazionali non sono un fenomeno del tutto nuovo, dal momento che relazioni costruite dai migranti tra le due sponde del processo migratorio sono sempre esistite; d’altra parte sostengono, sulla base della fallacy of adumbration di Merton, che l’introduzione di un nuovo concetto non necessariamente implica il presentarsi di un nuovo fenomeno, bensì lo svilupparsi di una nuova prospettiva di analisi su ciò che è già presente, ma non è ancora stato visto. Per evitare equivoci e critiche, il transnazionalismo è quindi inteso come una prospettiva di analisi, come l’insieme delle pratiche effettivamente messe in atto dai migranti a cavallo tra il paese di immigrazione e quello di emigrazione e infine come la percezione dei migranti stessi, rispetto alla propria identità e appartenenza. Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché il transnazionalismo non implica soltanto attività transborder, che travalichino confini nazionali, ma la “bifocalità”, ovvero un sistema cognitivo dei migranti che assume un duplice punto di vista riferito al paese di partenza e a quello di arrivo o nessuno dei due, dando vita ad una situazione di sospensione. Tale rappresentazione della realtà dei migranti e le pratiche da loro effettuate in vari campi della vita quotidiana (economico, culturale, sociale e politico) danno vita a “spazi sociali transnazionali” che concorrono alla creazione, riproduzione e modificazione del senso di identità e appartenenza dei migranti, ma anche delle relazioni economiche, sociali, politiche che attraverso di essi si costruiscono tra due o più Paesi diversi.
Il centro di ricerca TransComm è stato il primo, nel 1997, a favorire un approccio transnazionale allo studio delle migrazioni, il cui lavoro è stato poi ereditato da COMPAS, finanziato dal 2004 al 2008. Tali centri di ricerca sono tra i più importanti per lo studio del transnazionalismo, assieme a quelli presso l’Università di Bielefeld (Germania) e di Princeton (New Jersey): essi hanno creato una rete di ricerca essa stessa transnazionale, attraverso relazioni tra Università, ONG, enti governativi, e il movimento di studiosi tra diversi centri di ricerca del mondo. Solo in questo modo è infatti possibile cercare di districare la complessa struttura dei fenomeni transnazionali, dei loro aspetti sovrapposti: vi si intersecano infatti livelli di azione e di analisi che vanno dal micro al macro, dal locale al globale e che si esplicano in diversi campi tra loro interrelati (economia, politica, cultura e società).
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Orlandi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze sociologiche |
Relatore: | Gabriele Tomei |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 148 |
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