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Rileggendo Sant'Agostino

La Critica Ufficiale, nonchè gli scritti di piccolo calibro, descrivono Agostino di Tagaste come un giovane “scapricciato”, “intellettualmente sviato”, “passionale” fino all’eccesso, un “grande peccatore”; rare volte ho letto, tra le immediate evidenze, qualche sua caratteristica che richiami alla positività.
In questo lavoro ho voluto ripercorrere le tappe della sua vita, dalla prima infanzia fino alla conversione del cuore, con il conforto e l’aiuto che lui stesso mi ha dato facendosi conoscere attraverso i suoi scritti.
Così sono entrata, leggendo tra le righe e per come ho potuto, nei piccoli e grandi segreti che tormentavano la sua giovane esistenza.
È emersa la figura di un ragazzo nuovo, che ancora non conoscevo: ho scoperto un Agostino “amoroso d’amore”, egli aveva un cuore tenero e grande insieme.
La sua è una storia d’amore, un amore perduto, un amore ritrovato, insieme con la sua cara mamma, Monica, uniti nuovamente nel nome di Cristo Gesù.

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3 INTRODUZIONE La Critica Ufficiale riconosce i meriti del Santo Agostino, Vescovo e Dottore della Chiesa. Egli è, infatti, considerato uno dei massimi esponenti ed innovatori del Cristianesimo, mediatore tra due culture e innovatore del filone lettera- rio e filosofico del nostro Occidente. Uomo dai molteplici interessi, fu insieme filosofo, teologo, poeta e predicatore di elevata umanità: seppe scrutare il mistero dell'uomo e il de- stino dei popoli, fu capace di ascoltare, confortare e interpretare gli animi di coloro che gli si rivolgevano con fiducia, ebbe parole di speranza per la sua gente che viveva, insieme con lui, la fine di un mondo. 1 Agostino nacque nel 354 d.C. a Tagaste, “il granaio di Roma”, nel- l'Africa proconsolare, la sua lingua era il latino. Morì nel 430 a Ippona, nel- la sua Ippona, cittadina di mare che egli amò come se fosse la Patria. Quel- la terra lo accolse, “rinnovato” dalla fede, per essere rinnovata anche lei. Infatti, un pericoloso scisma divideva la Chiesa cattolica e Agostino, che aveva intuito il senso della sua elezione a Vescovo e la grandezza della sua missione, si adoperò per 34 anni a riunificare i popoli e gli altari. Ma non riuscì a salvarla dalle invasioni vandaliche e dalla distruzione totale. Ippona svanì. Oggi non conserva più nulla del suo passato, né un’iscrizione, né una pietra né una reliquia. L’uomo che ha fatto la gloria della città e dell’Africa cristiana non ha lasciato alcuna traccia, quasi a vo- ler significare che egli ormai appartiene al mondo. È il segno visibile della fine di un’epoca. 1 Hamman op. cit. pag. 24

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