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Analisi della percezione: l'attualità di M. Merleau-Ponty

Analisi della percezione: l’attualità di M. Merleau-Ponty è un lavoro nato dall’esigenza di voler dimostrare che la filosofia, non è fatta, come troppo spesso sembra di un paio di sortilegi verbali. E da questa esigenza è nato un appassionante lavoro di ricerca che ha avuto come punto di riferimento il testo principale di M. Merleau-Ponty: Fenomenologia della Percezione. Tuttavia, l’analisi della Fenomenologia della Percezione non viene prima di un’ampia riflessione condotta su quei pensatori, quei luoghi, quei concetti conosciuti da Merleau-Ponty che sono a fondamento della sua opera e la cui conoscenza è essenziale per addentrarsi nell’analisi e quindi nella comprensione del testo. Il lavoro quindi è sviluppato a partire dalla riflessione intorno al titolo del testo Fenomenologia della Percezione e nasce a partire dalla formulazione di due domande: che cos’è Fenomenologia? Che cos’è Percezione? La risposta a queste domande occupa la parte introduttiva del lavoro con un’ampia riflessione sulla fenomenologia seguita da un’ approfondimento della percezione e delle varie teorie elaborate nel corso della storia: dalla posizione empiristica a quella intellettualistica fino ad arrivare alla svolta radicale segnata dalla psicologia della Gestalt. La parte introduttiva del lavoro si conclude con il riferimento ad uno dei neuroscienziati più conosciuti del ‘900: Francisco Varela con lo scopo di voler sottolineare quanto la fenomenologia abbia segnato una svolta radicale con la quale tanto i filosofi quanto gli scienziati non possono fare a meno di confrontarsi. Il riferimento allo scienziato cileno nasce anche per dimostrare l’attualità del tema che è stato oggetto di studio e di ricerca continua di Merleau-Ponty in tutto il corso della sua vita, ma soprattutto per sottolineare l’importanza di Merleau-Ponty in particolare e del metodo di ricerca fenomenologico in generale che viene indicato come modello di ricerca da seguire non solo dai filosofi, ma anche (come sostiene Varela) dagli scienziati. Il riferimento a Varela è inoltre condotto con lo scopo di evidenziare i punti di contatto che lo avvicinano a Merleau-Ponty. Il primo capitolo che segue la parte introduttiva è volto a dimostrare l’importanza dei temi e delle analisi affrontate nella parte introduttiva al fine di comprendere il testo di Merleau-Ponty. La ricostruzione della posizione intellettualistica e di quella empiristica è fondamentale perché il testo di Merleau-Ponty prende le mosse proprio a partire da una violenta critica nei confronti di empirismo e intellettualismo, pur considerando per molti aspetti la posizione intellettualistica superiore a quella empiristica. Inoltre dopo la trattazione condotta su Husserl, sulla posizione empiristica e su quella intellettualistica seguita dalla psicologia della Gestalt, un ulteriore paragrafo è dedicato al concetto di percezione nel pensiero di H. Bergson. Bergson è, infatti, insieme ad Husserl e ad Heidegger il principale punto di riferimento di Merleau-Ponty. Il primo capitolo si conclude con altri due paragrafi il primo dei quali dedicato all’ambiguità del pensiero merleaupontyano. In effetti le strutture concettuali che stanno a fondamento della speculazione merleau-pontyana saranno, per forza di cose, sempre delle opposizioni a cui il filosofo lavorerà nel corso di tutta la sua vita. All’opposizione, a livello storico-filosofico, tra idealismo e realismo, corrispondono, a livello teorico, una serie di opposizioni come quella tra riflesso e irriflesso, quella tra soggetto e oggetto e via di seguito, con le quali Merleau-Ponty ha a che fare in tutta la sua opera che si presenta, si potrebbe dire, come un continuo tentativo di pensare insieme i termini dell’opposizione. Nell’ultimo paragrafo del primo capitolo ci si addentra nell’analisi della percezione, avendo come testo di riferimento proprio la Fenomenologia della percezione. Nella lunga serie di opposizioni che popolano la teoria filosofica è necessario trovare un punto che possa fare da perno per un loro superamento. Questo punto è per Merleau-Ponty, fin dalle sue prime opere, il corpo. A questo proposito il secondo capitolo del lavoro è dedicato all’analisi della prima parte della Fenomenologia della Percezione e alla riflessione merleaupontyana sul corpo all’interno della quale si inserisce l’originale concezione elaborata da Merleau-Ponty della celebre quanto fortunata categoria heideggeriana: In-der-Welt-sein. L’impegno di Merleau-Ponty è stato appunto quello di dare concretezza a questo concetto di collocazione risolvendone l’astrattezza. E probabilmente l’aver focalizzato questo obiettivo resta il merito fondamentale della Fenomenologia della Percezione.

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1 INTRODUZIONE Non credo sia possibile condurre un’analisi su un testo, peraltro capitale, senza attraversare quelle vie che l’autore stesso ha dovuto percorrere prima di poterlo scrivere. Quali sono i luoghi conosciuti da questo pensatore, quali le tematiche che hanno guidato la sua formazione, gli autori che maggiormente l’hanno influenzato, le correnti di pensiero che lo hanno ispirato? Che cosa c’è, dunque, dietro la Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty? Riflettendo sul titolo di questo testo, non solo possiamo comprendere qual è la prospettiva filosofica in cui inquadrare l’opera, ma al tempo stesso possiamo facilmente capire il tema stesso che è oggetto di riflessione e di analisi da parte di Merleau-Ponty. Il titolo del testo è Fenomenologia della percezione. Che cosa è Fenomenologia? Che cosa è Percezione? Iniziamo dalla prima domanda, con cui tra l’altro Merleau-Ponty apre la premessa al testo stesso. “La fenomenologia è lo studio delle essenze, e per essa tutti i problemi consistono nel definire le essenze[…] Ma la fenomenologia è anche una filosofia che ricolloca le essenze nell’esistenza e pensa che non si possa comprendere l’uomo e il mondo se non sulla base della loro <fatticità>” 1 . 1 MERLEAU-PONTY M., Phénoménologie de la perception, Paris, Gallimard, 1945; ed. it., Id., Fenomenologia della percezione, tr. it. di A. Bonomi, Milano, Bompiani, 2003, p. 15.

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Parole chiave

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anosognosia
arto fantasma
attenzione
bergson
cogito parlato
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corpo
empirismo
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