Modelli di indeuropeizzazione - La "rivoluzione" di Colin Renfrew
La scoperta del sanscrito, agli inizi dell’Ottocento, diede inizio ad una nuova fase della linguistica. Tale lingua aveva, infatti, notevoli affinità con le lingue classiche dell’Occidente sia nelle radici dei verbi che nelle forme della grammatica.
L’esistenza di tante lingue sparse per il continente eurasiatico ed aventi in comune l’ossatura delle loro forme grammaticali, del lessico e del sistema fonetico, condusse alla conclusione che queste lingue dovevano essere figlie di una stessa lingua, differenziatasi col passare del tempo in seguito alle migrazioni verso paesi diversi dei popoli che un tempo parlavano quella lingua madre che venne appunto denominata ‘indeuropeo’.
Il termine indeuropeo, a prima vista forse troppo lungo e poco eufonico, si è imposto a scapito di altre designazioni. Nel XVII secolo venne usato il termine scitoceltico coniato da Andreas Jäger. Nel XIX secolo nacque in Germania il termine indogermanico. Il terzo termine è quello di indoeuropeo o indeuropeo (secondo la linea scelta da Vittore Pisani) introdotto per la prima volta dal britannico Thomas Young nel 1813. Quest’ultima denominazione è stata preferita alla precedente, probabilmente a causa di una certa prevenzione degli studiosi contro un’eventuale utilizzazione nazionalistica del termine indogermanico.
L’esistenza di tante lingue da ricondurre ad un’unica ‘lingua madre’ portò all’elaborazione della linguistica comparata, branca della linguistica che si basa sul confronto delle lingue.
Dalla pratica di questa nuova disciplina, si capì ben presto che non poteva esservi identità tra sanscrito e ‘lingua madre’, come si era erroneamente creduto all’inizio, dato che sembra che quest’ultima sia esistita in un passato molto remoto. Si cercò allora di ricostruirla, isolando fra i tratti attestati delle lingue considerate solo quelli più diffusi e meno riconducibili a particolari innovazioni.
Solo alla fine del secolo scorso si riconosce che uno studio storico delle lingue doveva essere il presupposto naturale dello studio comparativo. Le due direzioni della ricerca sono complementari tra loro e si servono entrambe dei metodi della comparazione. Ma, mentre l’indagine storica pone a confronto strati diversi della medesima lingua, la linguistica comparativa studia le varie lingue rivolgendosi alle loro precedenti connessioni nella preistoria.
Partendo dal presupposto di una unità linguistica eurasiatica, ci si trova di fronte ad una serie di problemi di difficile soluzione. In primo luogo ci si chiede se ad una tale unità linguistica possa essere corrisposta una unità etnica ben definita.
Nonostante il costante aiuto fornito dall’archeologia preistorica, spesso la natura della documentazione risulta essere scarsa e parziale. È difficile immaginare una unità linguistica rigida in quanto le tribù dovevano essere disseminate su un territorio molto vasto senza alcun legame politico, economico o culturale ben definito. Possiamo pertanto affermare che un indeuropeo unitario non è mai esistito: si è avuta una grande quantità di dialetti con numerose isoglosse, non sempre comuni a tutti i dialetti.
È interessante, a questo proposito, quanto sostenuto da Pisani che alcune innovazioni comuni sarebbero sorte in seguito a contatti istituitisi in epoca posteriore alla diaspora indeuropea.
Uno dei problemi interessanti della ricerca attuale è quello di sapere quando tali gruppi culturalmente distinti, con manufatti diversi, emersero e come debbano essere interpretati.
In Archaeology and Language, Renfrew respinge le teorie tradizionali delle migrazioni di massa. L’alternativa proposta è quella di risalire indietro nel tempo fino al processo che avrebbe rivoluzionato radicalmente l’Europa: l’adozione dell’agricoltura, basata sulla coltivazione dei cereali e sull’allevamento del bestiame.
Altrettanto interessante è lo studio del lessico relativo all’allevamento e allo sviluppo dell’agricoltura che sembra supportare le teorie tradizionali. Infatti, dal lessico apprendiamo che la struttura socio-economica degli Indeuropei è essenzialmente quella di nomadi, pastori e guerrieri. Ciò vuol dire che la pratica dell’agricoltura intensiva non doveva essere un’invenzione di queste popolazioni, bensì un’acquisizione derivante dal contatto con le culture preindeuropee dell’Europa.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Conchita Conigliaro |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Mario Negri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 177 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi