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La Banca d'Italia: struttura e indipendenza

La Banca d'Italia e i suoi cambiamenti dopo il caso Antonveneta e il caso Fazio, che hanno portato modifiche alla sua struttura, ai poteri e alll'indipendenza del Governatore della BI e del suo Consiglio.
Un breve accenno storico sulla nascita della BI e poi proposte di studiosi, confronti di idee di illustri Dottori del diritto e dell'economia per giungere al risultato finale: l'approvazione della riforma.

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4 PRESENTAZIONE La Banca D’Italia è figlia, come tutte le istituzioni, del contesto politico economico in cui è nata, e la sua crescita è stata influenzata dai cambiamenti e dagli sviluppi che sono avvenuti nella storia del nostro Paese. Nelle prossime pagine analizzerò i suddetti cambiamenti concentrandomi principalmente sulla struttura della Banca d’Italia, accennando ai periodi storici e, per quanto mi sia possibile, agli atti che hanno sancito tali mutamenti. La prima parte sarà dedicata ad un breve excursus storico, dal 1893, con la nascita della Banca d’Italia, alla costituzione della Banca centrale europea nel 1998, passando per le riforme della BI del 1926, 1936 e del 1993. Nella seconda parte mi soffermerò sulla conformazione strutturale, come da Statuto, analizzando le figure aventi i poteri decisionali e consultivi, quali: l’Assemblea generale dei partecipanti, il Consiglio superiore, il Governatore, il direttorio e il Collegio di sindaci. Nella terza parte affronterò i problemi scaturiti dopo il caso Antonveneta, presentando alcune valutazioni e proposte di illustri giuristi ed economisti sulle possibili modifiche attuabili nello Statuto della Banca d’Italia, per poi concludere il capitolo analizzando le novità apportate dalla legge n°262 del 28 dicembre 2005. Nella quarta e ultima parte, tratterò dei poteri discrezionali della nostra Banca centrale, e della relativa indipendenza che ne scaturisce, prima e dopo il Trattato di Maastricht.

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