Modelli teorici e analisi empiriche sulle Ipo: il caso italiano
Le IPO's, persino nella loro originale denominazione anglofona, sono finalmente apparse anche in Italia e nel linguaggio degli italiani. Ma chiaramente, più che per il neologismo linguistico, che del resto nulla cambia alla sostanza di un'operazione disciplinata già da tempo anche nel nostro ordinamento, è nella ventata di modernizzazione del sistema economico e finanziario del paese da cui esse traggono ragion d'essere, che risiede la straordinaria importanza (e le ragioni della fortuna) conquistata da un'operazione fino a pochi anni fa sconosciuta alla più parte della popolazione, estranea ad una pratica, l'azionariato diffuso, tipica anglosassone.
Ebbene, è invece verso tale modello che hanno cominciato a muoversi anche le economie di paesi, come il nostro, a struttura tradizionalmente accentrata nelle mani di pochi (settore pubblico e dai grandi gruppi privati). Così nel pieno di un'ondata neo-monetarista di livello globale, invocata da più parti come indispensabile per correggere gli squilibri e le inefficienze provocate dagli eccessi di keynesismo (o presunto tale), anche l'Italia ha dovuto imboccare la strada del libero mercato. Così, le privatizzazioni prima e gli start-ups TMT da ultimo, hanno dato vita ad un crescente numero di collocamenti al pubblico (IPO) che ha oggi portato l'asfittico mercato finanziario italiano da un minimo del 5.4% per capitalizzazione sul PIL nel '75 ad oltre il 70% di inizio anno, circa 800 miliardi di Euro, collocando Milano a 4° piazza in Europa dopo Londra, Francoforte e Parigi.
Pur tuttavia esso è stato quasi totalmente trascurato dal mondo accademico, e per ciò che a noi interessa, ovvero il mercato primario, Milano può vantare un solo studio (quantomeno tra quelli pubblicati), peraltro non più recentissimo (Cherubini e Ratti '91).
Di fronte a una così misera conoscenza del fenomeno IPO per l'Italia ci è apparso quanto mai opportuno fornire perlomeno le basi ad una qualsiasi analisi, certamente più lunga e complessa di quanto nelle nostre possibilità, ma di cui il presente studio esprime i pilastri irrinunciabili. A tal fine, il nostro lavoro mira a realizzare due obiettivi:
a) fornire una esaustiva base teorica sul fenomeno delle IPO’s (Prima Offerta Pubblica) sulla base della letteratura ad oggi esistente;
b) presentare un’analisi empirica dell’operazione, specificamente per il mercato italiano.
Il primo obiettivo è l’oggetto delle parti I e II del nostro lavoro. A riguardo, abbiamo cercato di fornire semplicemente una sistemazione concettuale dell’abbondante bibliografia ad oggi prodotta sull’argomento, con attenzione particolare all’analisi e classificazione degli studi riguardanti le tre anomalie empiriche che caratterizzano l’ “IPO market”:
1) underpricing iniziale;
2) “hot issue'' markets;
3) underperformance di lungo periodo.
Dell’analisi empirica di tali fenomeni nel mercato italiano, si occupa invece la parte III di questo lavoro. In essa è stato indagato, sulla base dei dati che vanno dal 1973 al 1997, il comportamento delle IPO’s nel mercato al fine di verificare la presenza delle suddette anomalie empiriche. Evidentemente, tali risultati rappresentano solamente il punto d'inizio per la conoscenza del fenomeno IPO in Italia, tuttavia i risultati ottenuti in questo lavoro hanno il pregio di costituire una base empirica che permette di aggiungere il dato italiano all'evidenza internazionale e, contemporaneamente, fornire l'indispensabile punto d'avvio per l'interpretazione delle anomalie rilevate.
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Informazioni tesi
Autore: | Salvatore Frisina |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Benedetto Matarazzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 211 |
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