Il giornalismo d'inchiesta: nuovi spazi di ridefinizione
L’era dell’informazione non designa solo una grande valanga informativa con rischio entropia, ma è soprattutto un menu variegato di prodotti per diete mediali sempre più ricche e varie.
La visione apocalittica di un consumatore alienato e manovrabile è stata da tempo smentita, ma oggi appare ancora più inverosimile. E’ chiaro per tutti come il pubblico sia sempre più attento, differenziato ed esigente.
Il moltiplicarsi dei mezzi, la loro pervasività e la multimedialità permettono fruizioni sempre più personalizzate. Così se le breaking news possono raggiungerci in ogni momento sul telefonino ed il telegiornale si può sbirciare comodamente da internet, non resta forse tempo e voglia d’approfondire con diversi supporti - magari le pagine di un libro - gli argomenti che altri mezzi ci pongono all’attenzione più sommariamente?
Il complesso rapporto tra i media, attinente dinamiche anche prettamente economiche, non fa pensare forse che la paventata scomparsa dell’approfondimento sia l’incapacità di scorgere la sua ridefinizione in formati più concorrenziali?
Il giornalismo d’approfondimento non è scomparso: si sta ritagliando nuovi spazi d’azione, nelle sue diverse declinazioni, nel quadro di un più generale mutamento del giornalismo stesso.
E’ necessario porre una nuova attenzione a riguardo, abbandonando stereotipi e luoghi comuni.
L’obiettivo di questo lavoro è tentare di rispondere alla richiesta di seria riesamina dell’argomento inchiesta.
Data la complessa trama d’influenze che caratterizza l’ambito di studio, utilizzeremo un approccio il più possibile multitematico e organico. Individuare i nuovi spazi di ridefinizione del giornalismo d’inchiesta passa attraverso l’analisi dell’evoluzione dei media che storicamente l’hanno ospitato e di quelli che ne hanno accolto le nuove sfide. Sarà necessario allora approfondire i rapporti di reciproca influenza tra i mutamenti del giornalismo e delle modalità di fruizione e quelli della dinamiche sociali, economiche e politiche che hanno caratterizzato la seconda metà del secolo scorso. Definiti i nuovi formati dell’inchiesta, resta da chiedersi come mai non vengano riconosciuti quanto tali. Forse l’incapacità di riconoscere la viva presenza dell’inchiesta passa attraverso una concezione viziata di ciò che questo termine designa. E’ un problema ermeneutico.
Le nuove leve del giornalismo non condividono la stessa rappresentazione mentale del termine. Qui entra in gioco il ruolo determinante di una socializzazione alla cultura americana (in buona parte idealizzata), che fa scambiare i risultati connessi ad particolar humus sociale con i fini stessi dell’inchiesta giornalistica. La cultura anglosassone differisce profondamente dalla nostra, nonostante una crescente esterofilia tenda miopemente ad appiattire ogni fenomeno sul modello dominante.
Per riportare un quadro esauriente della fenomenologia del giornalismo d’approfondimento in Italia è necessario vagliare anche le aberrazioni del genere, che tanto materiale danno alla litania che vuole il giornalismo d’inchiesta scomparso. Osserveremo così quella forma di asservimento di parte degli operatori alla promozione di poteri forti. Per fini utilitaristici o per scarse capacità professionali, prodotti di dubbia qualità abusano della dicitura d’inchiesta. La questione si aggrava maggiormente quando la promozione è inversa: non parlare della mafia significa appoggiare il suo moderno gioco del silenzio. E’ necessario allora interrogarsi sul ruolo dei giornalisti.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Tottoli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo |
Corso: | Scienze e tecnologie della comunicazione |
Relatore: | Angelo Agostini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 90 |
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