Gli atti dei Concorsi clementini di Belle Arti (1754-1771). Miti arcadici e figurazioni poetiche.
I volumi dei Concorsi di Belle Arti sono documenti preziosi della vita accademica a Roma nel corso del Settecento; in essi si ritrovano i nomi dei personaggi protagonisti della società e della cultura del tempo: letterati, artisti, principi e personalità del mondo ecclesiastico, intorno ai quali propriamente ruotava la vita sociale e culturale della Roma settecentesca. Il primo Capitolo di questo lavoro parte appunto da un quadro storico volto in particolare a cogliere gli aspetti che caratterizzavano quella temperie culturale. I pontefici e i loro stretti collaboratori si ponevano come nuovi mecenati, in particolare delle arti figurative, che, attraverso manifestazioni come i Concorsi celebrati in Campidoglio, riattivavano la vita culturale del tempo e insieme contribuivano a rinnovare il loro prestigio.
Le Accademie erano parte essenziale di tutto il meccanismo culturale che animava la Roma del Settecento; attraverso documenti conservati nell’archivio di S. Luca, oltre che attraverso gli stessi volumi in lode delle Belle Arti, si è cercato di esaminare più da vicino i caratteri e le tendenze di quel clima culturale.
Si sono presi in esame i volumi che si riferiscono ai Concorsi clementini e ai Concorsi Balestra indetti tra il 1754 e il 1771. I Concorsi clementini furono istituiti all’inizio del Settecento da Clemente XI e si svolsero con cadenza abbastanza regolare fino al 1739. Dopo un periodo di sospensione essi furono ripristinati da Benedetto XIV, che fu egli stesso presente alla cerimonia del Concorso del 1750, con la quale si ristabiliva la loro celebrazione periodica. Nel 1768 si tenne il primo Concorso Balestra, istituito grazie alla donazione che Carlo Pio Balestra fece all’Accademia di S. Luca e da allora celebrato in alternanza con i Concorsi clementini.
L’accademia dell’Arcadia era direttamente coinvolta nelle celebrazioni, nel corso delle quali gli Arcadi recitavano dei componimenti poetici per l’occasione, che venivano poi raccolti in volume e pubblicati insieme ad una relazione della cerimonia e ad un’orazione.
Oggetto del secondo Capitolo sono la ricostruzione degli indici dei volumi presi in esame, la schedatura dei soggetti di Concorso e le rassegne dei personaggi, degli artisti e delle opere figurative citati e delle figurazioni allegoriche e mitologiche che più volte compaiono in primo piano nei componimenti poetici, attraverso le quali si è svolta un’analisi delle tematiche ricorrenti: personaggi e figure che diventano veri e propri temi poetici.
Il terzo Capitolo è dedicato all’esame di alcune di quelle tematiche: il motivo delle rovine; la visione utopistica di un ritorno dell’età dell’oro; la competizione artistica tra Roma e la Grecia classica; infine, la disputa delle arti e il confronto delle arti figurative con la poesia.
Il lavoro è corredato da una Bibliografia suddivisa per argomenti, con una sezione a parte per le opere settecentesche, e da una raccolta di Tavole che riproducono alcune delle prove di Concorso, alcune opere figurative citate nei componimenti poetici ed altre che si riferiscono alle tematiche in essi ricorrenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Milena Vespa |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Carla De Bellis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 215 |
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