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Metafora e metonimia in linguistica cognitiva e loro applicazioni allo studio di termini per le attività linguistiche in Inglese.

I diversi artifici stilistici possono essere usati per accrescere il valore estetico di un racconto o per esprimere particolari immagini o esperienze che sarebbero diffi-cilmente descrivibili attraverso un linguaggio puramente denotativo. L'uso della retorica, delle espressioni figurate o tropi, costituisce un ulteriore strumento di cui il pensiero si avvale per costruire le narrazioni e per fare in modo che queste risul-tino persuasive. Due tropi rivestono, in tal senso, una particolare rilevanza, perché consentono un cambiamento dell'originario senso della parola o dell'espressione linguistica. Si tratta della metafora e della metonimia. La metafora ha affascinato gli studiosi del linguaggio, ed in particolare i cri-tici letterari e retorici, da più di 2000 anni. Tale figura è stata considerata, almeno da Aristotele in poi, come un’espressione appartenente al linguaggio poetico, qualcosa di estraneo al linguaggio quotidiano convenzionale. Anche la metonimia, come tropo, è stata sin dall’antichità un fenomeno di in-teresse della retorica; oggi, tuttavia, alla luce degli studi di cui è stata oggetto so-prattutto nel nostro secolo, è possibile affermare che essa rappresenti, assieme alla metafora, un fenomeno linguistico, semiotico e conoscitivo di interesse teoretico più generale. In questo quadro generale, è noto come l'enorme mole di ricerche ri-guardanti la metafora, il più luminoso di tutti i tropi secondo la definizione di Vi-co, abbia spesso lasciato nell'ombra la metonimia. Alcune teorie linguistiche recenti (Lakoff, Johnson, 1980) hanno dimostrato come la metafora e la metonimia siano presenti nella vita di tutti i giorni, non solo nel linguaggio ma anche nel pensiero e nelle azioni. Un intero indirizzo della lin-guistica e delle scienze cognitive è stato dedicato allo studio dei sistemi del pen-siero metaforico e metonimico, usati normalmente per ragionare e per agire.

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6 E già che la metafora, regina Di nascita e conquista, è la sola gentil, salda, divina Verità che sussista. G. Carducci Si è detto tectum per l’intiera casa, perché a’ primi tempi bastava per casa un coverto. Così puppis per la nave che è alta, e è la prima a vedersi da’ terrazzani. G. Vico Introduzione I diversi artifici stilistici possono essere usati per accrescere il valore estetico di un racconto o per esprimere particolari immagini o esperienze che sarebbero diffi- cilmente descrivibili attraverso un linguaggio puramente denotativo. L'uso della retorica, delle espressioni figurate o tropi, costituisce un ulteriore strumento di cui il pensiero si avvale per costruire le narrazioni e per fare in modo che queste risul- tino persuasive. Due tropi rivestono, in tal senso, una particolare rilevanza, perché consentono un cambiamento dell'originario senso della parola o dell'espressione linguistica. Si tratta della metafora e della metonimia. Nella metafora e nella metonimia sostituzione e combinazione avvengono a livello di sensi e non di segni o di parole: per la metafora c'è alla base un processo di selezione e sostituzione di sensi secondo l'asse della similarità; per la metoni- mia c'è una combinazione, giustapposizione e coordinazione di sensi secondo l'as- se della contiguità. La metonimia permette una trasformazione del senso lungo l'asse della contiguità o, per meglio dire, della non similarità. Infatti la metonimia comprende la modificazione di tipi diversi di rapporti tra le parole. La metafora ha affascinato gli studiosi del linguaggio, ed in particolare i cri- tici letterari e retorici, da più di 2000 anni. Tale figura è stata considerata, almeno da Aristotele in poi, come un’espressione appartenente al linguaggio poetico, qualcosa di estraneo al linguaggio quotidiano convenzionale. Nelle teorie lingui- stiche classiche era considerata come una questione di linguaggio, di parole piut

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Parole chiave

linguistica
linguistica cognitiva
logonimi
metafora
metonimia
sineddoche
tropi

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