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Le strategie competitive delle banche nel wealth management

L’obiettivo di questa trattazione è valutare le conseguenze dell’applicazione delle strategie competitive, della dottrina economico aziendalistica, alle banche nel particolare settore del wealth management. Si è cercato di sviluppare l’esposizione iniziando da un breve esame di come nella dottrina si sia evoluto il concetto di strategia richiamando i principi base della teoria della concorrenza. Nell’analisi svolta si è posta l’enfasi sui differenti approcci, allo scopo di costruire un valido strumento d’interpretazione della nozione di strategia, che per quanto generico e dai confini piuttosto sfumati, fornisca un valido ausilio nella comprensione delle scelte strategiche nell’ambito del wealth management. Acquisita l’idea di strategia, l’attenzione è stata rivolta ai presupposti per l’elaborazione e la pianificazione, nonché alle funzioni assolte da questa, al fine d’apprendere i molteplici scopi cui codesta adempie all’interno dell’azienda ed in particolar modo della banca. Lo studio delle dinamiche della competizione è stato percorso maggiormente a livello compilativo, tralasciando l’elaborazione matematico grafica e la teoria dei giochi nell’analisi della concorrenza, all’uopo di non rendere poco scorrevole la trattazione rispetto all’importanza che tali strumenti avrebbero svolto all’interno della stessa. Quello che si è voluto evidenziare è stata l’idea di Shumpeter sulla concorrenza non prezzo, la quale, maggiormente nei settori d’erogazione di servizi, esprime una soddisfacente rappresentazione della competizione. Nel secondo capitolo si è descritto ed analizzato il processo di pianificazione, del quale si è avuta la possibilità di costatare sia la natura iterativa sia l’attinenza operativa dei vari strumenti (controlli) esercitati, attraverso la ricerca di materiale e richiesta d’informazioni presso la sede di Roma della Ticino Vita e MPV del gruppo MPS. Si è inserito nel discernimento, per chiarezza esplicativa, la formulazione delle strategie, dove queste sono sviluppate in piano attraverso l’idea di Mintzberg, che ben si adatta anche al nostro campo d’analisi. Quest’elaborazione, ha permesso di mostrare la rilevanza del management, che al fine di costituire una risorsa strategica per l’impresa, deve essere ben aderente e connesso al tessuto organizzativo della banca, in modo da comprendere ed indirizzare i cambiamenti dell’organizzazione stessa. Il terzo capitolo è stato incentrato sul contesto competitivo del wealth management, tramite l’individuazione del mercato di riferimento e la segmentazione di questo, la struttura del settore e della concorrenza, al fine di delineare con maggiore approssimazione l’ambito oggetto di studio di questa tesi. L’analisi svolta ha un ruolo di particolare rilevanza poiché, comprendendo il mercato target delle banche che si occupano di gestioni patrimoniali, si possono concepire i diversi modi, le differenti strategie con cui gli intermediari cercano di raggiungere la propria clientela. Le evidenze empiriche riportate in questo capitolo hanno evidenziato l’importanza strategica soprattutto del front office, fonte primaria attraverso la quale la banca s’interfaccia con il cliente e tramite il quale quest’ultimo formula le proprie aspettative sul servizio/prodotto richiesto . Le problematiche legate al wealth management in termini di strategie e di contesto competitivo sono discusse ampiamente nel quarto capitolo. In particolare, attraverso l’utilizzo di strumenti, come per esempio le matrici, sono determinate le tipologie di business, che a loro volta individuano le possibili strategie applicabili. Si arriva quindi ad auspicare e guidare, le imprese lungo percorsi di sviluppo ottimali. Le matrici, largamente utilizzate in campo aziendalistico, soprattutto nelle imprese multi business, per la loro semplicità di costruzione ed immediatezza di visualizzazione dell’intero portafoglio d’affari, si dimostrano altresì fortemente adatte allo studio del wealth management, per la descrizione delle diverse situazioni concorrenziali. Le gestioni patrimoniali, infatti, fanno spesso parte del portafoglio più ampio di un gruppo bancario e, in ogni caso, il wealth management è di per sé un paniere di business. Infine nel quinto capitolo, si sono descritti gli effetti delle differenti strategie sulle strutture organizzative. Le conseguenze delle strategie applicate sulla struttura organizzativa possono essere individuate sia a livello macro sia micro, si è esaminata la necessità da parte della banca di strutturare la distribuzione in funzione alle esigenze della clientela optando per il canale ovvero i canali più idonei a seconda dei bisogni e dei servizi offerti. In questo senso l’analisi svolta è sfociata nell’individuazione di un personaggio chiave del wealth management: il private banker.

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1 Introduzione L’obiettivo di questa trattazione è valutare le conseguenze dell’applicazione delle strategie competitive, della dottrina economico aziendalistica, alle banche nel particolare settore del wealth management. Si è cercato di sviluppare l’esposizione iniziando da un breve esame di come nella dottrina si sia evoluto il concetto di strategia richiamando i principi base della teoria della concorrenza. Nell’analisi svolta si è posta l’enfasi sui differenti approcci, allo scopo di costruire un valido strumento d’interpretazione della nozione di strategia, che per quanto generico e dai confini piuttosto sfumati, fornisca un valido ausilio nella comprensione delle scelte strategiche nell’ambito del wealth management. Acquisita l’idea di strategia, l’attenzione è stata rivolta ai presupposti per l’elaborazione e la pianificazione, nonché alle funzioni assolte da questa, al fine d’apprendere i molteplici scopi cui codesta adempie all’interno dell’azienda ed in particolar modo della banca. Lo studio delle dinamiche della competizione è stato percorso maggiormente a livello compilativo, tralasciando l’elaborazione matematico grafica e la teoria dei giochi nell’analisi della concorrenza, all’uopo di non rendere poco scorrevole la trattazione rispetto all’importanza che tali strumenti avrebbero svolto all’interno della stessa. Quello che si è voluto evidenziare è stata l’idea di Shumpeter sulla concorrenza non prezzo, la quale, maggiormente nei settori d’erogazione di servizi, com’è quello del wealth management, dove non è possibile per il cliente valutare la consistenza di ciò che si va acquistando, esprime una soddisfacente rappresentazione della competizione. Nel secondo capitolo si è descritto ed analizzato il processo di pianificazione, del quale si è avuta la possibilità di costatare sia la natura iterativa sia l’attinenza operativa dei vari strumenti (controlli) esercitati, attraverso la ricerca di materiale e richiesta d’informazioni presso la sede di Roma della Ticino Vita e MPV del gruppo MPS, all’interno delle quali mensilmente il management è impegnato nella nuova stesura dell’organigramma dell’impresa, al fine di valutare i risultati ottenuti e l’esperienza maturata, ma anche, allo scopo di comprendere come gli indirizzi strategici siano recepiti dalle varie unità organizzative per apportare, nel

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Informazioni tesi

  Autore: Giuliano Di Tommaso
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Mario Comana
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 266

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