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L'allenatore di settore giovanile, l'importanza di conoscersi per evolvere: un lavoro supervisionato dallo psicologo dello sport

Nel periodo storico contrassegnato dalla pandemia da Covid-19 e da numerosi cambiamenti sociali e culturali in atto, emerge con forza l’importanza dello sport come luogo di incontro, socializzazione e condivisione, in cui si veicolano valori educativi importanti se considerato uno strumento di promozione del benessere, di integrazione e di inclusione.
A partire da tali premesse, questa tesi ha l'originalità di concentrarsi sulla figura dell’allenatore giovanile ritenendo che, solo attraverso un percorso di formazione e aggiornamento costante da parte dei maestri di sport, si possa diventare dei buoni esempi per i giovani, facendosi portavoce dei valori sportivi. L’allenatore è un educatore al pari di tutte le altre figure di riferimento che ruotano attorno ai giovani, quali genitori ed insegnanti. Con questo elaborato, si vuole mettere in evidenza quanto, un lavoro costante su di sé, da parte del tecnico, sotto la supervisione di uno psicologo dello sport, possa essere determinante per la propria formazione e di conseguenza incidere positivamente sulla relazione con i giovani sportivi e sul loro benessere percepito lungo l'esperienza sportiva. Pertanto, requisiti fondamentali per un allenatore saranno la predisposizione all'ascolto e al confronto e la motivazione al miglioramento.
La tesi si presenta divisa in 4 parti.
La prima sezione ha il compito di presentare e descrivere ruolo, funzioni e competenze del "maestro di sport", attraverso un’analisi dettagliata del concetto di educazione. L’argomentazione è contestualizzata al periodo storico attraversato.
La seconda sezione è interamente focalizzata sul sé del tecnico e sulle relazioni con l’altro da sé. Il discorso si avvia a partire dalla scelta di diventare tecnico e dalle motivazioni ad essa connesse. A guidare l’accesso a queste consapevolezze sono domande del tipo: “Perché ho scelto di diventare allenatore?”; “Che cosa mi motiva?”; “Quali sono i miei modelli di riferimento?”; “Qual è la mia idea di giocatore/giocatrice ideale?”. Da qui l’approfondimento di diverse aree tra le quali: le caratteristiche di personalità del tecnico ideale, la gestione efficace delle emozioni, dello stress e dei fallimenti e come entrare in relazione con atleti, genitori, colleghi, dirigenti e arbitri.
Protagonista della terza sezione è la psicologia dello sport. Viene tracciato un breve excursus storico su come è nata e si è sviluppata nel tempo questa disciplina e su quello che è il percorso formativo di uno psicologo dello sport, il suo ruolo e le sue funzioni nel settore giovanile. Vengono descritti alcuni degli strumenti e delle tecniche utili a cui lo psicologo può attingere nel promuovere la consapevolezza del tecnico, in primis l’osservazione sistematica delle sedute di allenamento e le riunioni post-allenamento. Domande stimolo che fungono da guida per l’accesso a nuove consapevolezze possono essere: “In cosa mi sono sentito bravo durante l’allenamento?”; “Cosa avrei potuto fare meglio?”; “Quali sono i prossimi obiettivi che vorrei raggiungere? E come penso di farlo?”.
Infine, la quarta sezione contiene la testimonianza del Team di uno dei Centri Federali Territoriali FIGC presenti in Basilicata in cui la scrivente svolge il ruolo di psicologa dello sport. In questa sezione, sono riportate le esperienze dei tecnici del centro federale, protagonisti di alcune sessioni di video-registrazione nella conduzione degli allenamenti. Il focus è incentrato su come i tecnici hanno vissuto questa esperienza, sull’espressione delle consapevolezze acquisite e su quanto questa attività, supervisionata dallo psicologo, sia stata per loro fonte di crescita e di miglioramento professionale e personale. Punto di forza di questa esperienza è stata la “relazione”, che ha guidato il dialogo con se stessi e il confronto con l’altro permettendo di arricchirsi e di muovere nuovi passi verso la propria evoluzione e quella dei propri atleti.

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33 1.6.1 Lo stile di conduzione induttivo e lo stile di conduzione deduttivo Per stile di conduzione si intende il metodo di insegnamento adottato dai tecnici nelle sedute di allenamento, ovvero l’insieme delle modalità e delle strategie con le quali l’allenatore trasmette ai propri allievi le sue competenze, siano queste di natura tecnica, tattica o etico/comportamentale 67 . Tutto ciò va a influenzare la qualità della relazione fra tecnico e atleti. Ci sono due tipologie di stili di conduzione: • Stile direttivo, deduttivo o riproduttivo: l’allenatore, durante lo svolgimento dell’attività, impartisce ordini, comandi e prescrizioni dando un riscontro immediato e preciso sull’azione svolta dal giocatore o dalla squadra. 68 (Esempio: “No Marco, non così, potevi passarla a Luca che stava dall’altra parte!”) • Stile non direttivo, induttivo o produttivo: approccio in cui il tecnico cerca di condurre il giocatore alla ricerca di una soluzione autonoma. Ciò avviene attraverso la formulazione di domande induttive, ponendo dei problemi e creando un ambiente con regole e situazioni che mettano il giocatore nella condizione di adattare i propri comportamenti ricercando soluzioni personali. 69 (Esempio: “Marco avevi altre soluzioni? Secondo te potevi passarla a Luca?”) Attraverso questi piccoli esempi possiamo constatare che, nonostante la situazione sia la stessa, è il modo di gestirla che fa la differenza, in quanto un conto è correggere l’allievo facendogli sentire il “peso” dell’errore e limitandosi a quello, un conto è farglielo notare in maniera costruttiva, facendo entrare in una prospettiva di problem solving, evitando, così, che avverta l’errore come un qualcosa di assolutamente negativo e da cui stare lontani a tutti i costi per paura di essere rimproverati o giudicati. In ogni caso, per poter adottare un metodo rispetto all’altro, il tecnico deve conoscere pregi e difetti di entrambe le modalità di conduzione oltre che, chiedersi, in quanto allenatori, se l’obiettivo che dovrebbe perseguire è l’apprendimento dell’allievo o che il giovane sia espressione del pensiero adulto. ➢ Situazioni in cui risulta efficace lo stile di conduzione direttivo 70 : - Contesti in cui è necessario un elevato livello di sicurezza per salvaguardare la salute degli atleti; - Quando si allenano gruppi molto numerosi e con problemi disciplinari (scarsa propensione all’ascolto e poco tendenti all’organizzazione); 67 Florit Stefano, “Lo stile di conduzione dei Centri Federali Territoriali” 68 Ibidem 69 Ibidem 70 Ibidem

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Informazioni tesi

  Autore: Assunta Sabato
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master I Livello in Psicologia dello Sport - Sperimentazione attiva di tecniche psicomotorie applicate allo sport
Anno: 2021
Docente/Relatore: Aldo Grauso
Istituito da: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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Parole chiave

confronto
empatia
relazione
consapevolezza
miglioramento personale
lavoro sul se
sport
psicologia dello sport
allenatore
giovani atleti

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