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La Buona Novella. La canzone d'autore tra fede e anarchia

Uno studio che prende vita dai tanti interrogativi, di oggi e di ieri, sul rapporto dell'uomo con la fede e con le sue distorsioni. L'analisi ricostruisce il percorso storico e tematico che ha condotto il poeta e cantastorie Fabrizio de Andrè alla composizione, nel 1970, dell'album "La Buona Novella". L'analisi ci accompagna lungo un itinerario che parte dalla nascita della canzone d'autore, intorno alla fine degli anni '50, e dai grandi movimenti musicali dell'epoca, come la Scuola Genovese, per immergersi poi nella vita del cantautore, di cui si esaminano le storie e le esperienze giovanili, i suoi esordi, e soprattutto i primi semi di una religiosità tutta particolare che assumerà caratteristiche molto dense già negli album del '67 e del '68, Volume I e Tutti morimmo a Stento, ma è con la Buona Novella che emerge coi suoi stimoli più forti.
Il Sessantotto dietro le spalle fa da scenario ad una rivoluzione che è soprattutto ideologica, e in esso De Andrè osserva che gli ideali propugnati dai movimenti anarchico-libertari e quelli apparentemente anacronistici divulgati da Gesù di Nazareth, "il più grande rivoluzionario di tutti i tempi", sono praticamente identici e prendono vita da un sostanziale amore per l'uomo in quanto uomo. Ecco perchè, in piena rivoluzione, apre i Vangeli Apocrifi e si lascia ispirare da quei contenuti così poco sacri e così tanto umani.

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3 INTRODUZIONE Il presente studio intende ricostruire il percorso, storico e tematico, che ha condotto l’artista, poeta e cantastorie, Fabrizio De Andrè alla composizione di uno dei prodotti più belli e significativi del cantautorato italiano, La Buona Novella. L’analisi affronta innanzitutto il contesto storico e musicale in cui s’innesta l’esordio e lo sviluppo dell’opera deandreiana, e volutamente parte dalla nascita del cantautorato italiano, tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60, a partire da Domenico Modugno e dai grandi movimenti dei Cantacronache a Torino e della Scuola di Genova, come a voler sigillare definitivamente la passata canzonetta che lascia il posto a uno spirito diverso, che viaggia tra la poesia, le note e l’interpretazione con un’esigenza nuova, critica, nei confronti della realtà in tutte le sue forme. Dopo questa contestualizzazione storico-musicale – nonché tematica, dal momento che sarà eseguita anche una veloce carrellata dei temi e dei contenuti propri della canzone d’autore genovese –, ci si soffermerà su una delle voci più interessanti e problematiche di quella comunità di poeti e musicisti, Fabrizio de Andrè. Del cantautore verranno analizzati, in prima battuta, i momenti salienti della sua infanzia, della sua giovinezza e del suo incontro col mondo della musica e della poesia, per poi passare agli aspetti di una religiosità particolare che emerge già nei suoi primi lavori, fino al 1970, quando pubblica La Buona Novella. Attraverso l’analisi dei brani, di pari passo con quella della sua vita, delle sue ispirazioni e delle sue idee, si scopre un quadro molto complesso della sua concezione di vita e si comprende tutta l’importanza e la ‘responsabilità’ che egli affida alle sue canzoni, intese come prodotti del suo agire nelle cose della vita. E si vedrà come opere della portata de La Buona Novella gli nascono dopo constatazioni ampie, e altamente critiche, relative al contesto storico di riferimento – i movimenti rivoluzionari del Sessantotto – e ad una propria ideologia, quella anarchico-libertaria, che, a ben guardare, porta con sé i semi dell’uguaglianza e della libertà e del sostanziale amore per l’uomo in quanto uomo, tutti ideali predicati e propugnati da Gesù di Nazareth, la figura storica e di difficile interpretazione che ha ispirato De Andrè per la composizione del suo concept album. Dopo una generale disamina dei Vangeli Apocrifi, che hanno contribuito in gran parte ad intessere la trama che sostiene l’intera opera, l’album La Buona Novella verrà analizzato in

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Parole chiave

religione
anarchia
fabrizio de andrè
canzone d'autore
sessantotto
buona novella
faber
cantautori
apocrifi
scuola di genova

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