Ferruccio Soleri
Arlecchino non per scelta, ma per felice guizzo del destino. Ferruccio Soleri, l’anima storica di quella che oggi grazie a lui e grazie alla regia di Giorgio Strehler è la maschera della Commedia dell’Arte più famosa e amata al mondo, sembra aver tentato tutte le strade prima di dedicarsi al teatro. Persona seria e instancabile non si è così trovata impreparata al grande appuntamento, sfruttando tutte le sue qualità, emerse un po’ per gioco e un po’ per dovere durante l’infanzia e l’adolescenza. Unendo uno ad uno tutti i tasselli che compongono la sua carriera, si disegna, così, la singolare esperienza di un uomo, legato per tutta la vita ad un ruolo, Arlecchino appunto, destinato a far rivivere la grande tradizione dei comici dell’Arte.
Dal 1961 (anno in cui muore il suo predecessore Marcello Moretti) a oggi Soleri interpreta il personaggio del batocio instancabilmente, studiando a fondo ogni suo aspetto umano ed espressivo. Della celebre maschera l'attore evidenzia soprattutto l'aspetto felino, giocando sull'elemento acrobatico, molto presente nell'Arlecchino del Seicento e del Settecento; ne studia approfonditamente la voce, lavorando con la maschera e osservandosi allo specchio.
Soleri ha avuto l’occasione di poter lavorare con i più grandi registi del teatro contemporaneo: Strehler, Costa, Vitez, Chèreau, Squarzina, Dejmek, Menegatti recitando in celebri allestimenti del teatro classico e contemporaneo come, ad esempio, nel Sogno di una notte di mezza estate di Britten - 1961 - L'anitra selvatica di Ibsen - 1963 - Vita di Galileo di Brecht - 1963 - Visita alla prova dell'Isola purpurea di Bulgakov - 1969 - Splendore e morte di Joaquín Murieta di Neruda - 1970 - La Passione - 1972 - La tempesta di Shakespeare - 1984 - Il trionfo dell'amore di Marivaux - 1986.
Nel 1971 fa il suo debutto anche come regista rivolgendo maggiore attenzione all’approfondimento della commedia dell’arte non disdegnando neppure, però, altre commedie di Goldoni - ma anche di Gozzi e Machiavelli - e rivisitazioni di opere e operette buffe della tradizione lirica.
Inoltre, ha portato sul palcoscenico quattro sue prove drammaturgiche: Arlecchino e gli altri, Ritratti di commedia dell’arte, Arlecchino l’amore e la fame e Arlecchino, fame…fame…fame…In quest’ultimo spettacolo cede simbolicamente il testimone all’allievo Enrico Bonavera, suo sostituto anche in alcune repliche del Servitore di due padroni.
Infine, ha insegnato in varie scuole di teatro nel mondo e tuttora è professore di Commedia dell’Arte alla Scuola di Teatro di Giorgio Strehler presso il Piccolo Teatro di Milano.
Apprezzato dal pubblico e dalla critica, Ferruccio Soleri, dunque, rappresenta nel panorama italiano un singolare profilo d’attore, un caso unico nella storia del teatro contemporaneo.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Chinello |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Paolo Bosisio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 226 |
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