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Le idee politiche di Gabriele d'Annunzio

Scopo di questo lavoro è stato esporre le idee politiche di Gabriele d’Annunzio, artista vissuto a cavallo di due secoli, rappresentante sia dell’Ottocento sia del Novecento: l’esteta, il superuomo, il signore rinascimentale, ma anche lo sperimentatore, l’uomo entusiasta delle novità tecniche. D’Annunzio è stato un poeta, non uno statista, pertanto non abbiamo esposto un suo “pensiero politico”, ma solo le sue convinzioni. Egli è stato un importantissimo personaggio pubblico che con le sue opere e la sua stessa vita ha influenzato il costume e la letteratura europea del suo tempo; non a caso anche oggi si parla di uno stile ‘dannunziano’ o si usa tale aggettivo per una persona che agisce in modo raffinato, elegante, ricercato, a volte lezioso.

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6 Premessa Scopo di questo lavoro è stato esporre le idee politiche di Gabriele d’Annunzio, artista vissuto a cavallo di due secoli, rappresentante sia dell’Ottocento sia del Novecento: l’esteta, il superuomo, il signore rinascimentale, ma anche lo sperimentatore, l’uomo entusiasta delle novità tecniche. D’Annunzio è stato un poeta, non uno statista, pertanto non abbiamo esposto un suo “pensiero politico”, ma solo le sue convinzioni. Egli è stato un importantissimo personaggio pubblico che con le sue opere e la sua stessa vita ha influenzato il costume e la letteratura europea del suo tempo; non a caso anche oggi si parla di uno stile ‘dannunziano’ o si usa tale aggettivo per una persona che agisce in modo raffinato, elegante, ricercato, a volte lezioso. Nessuno come d’Annunzio ha saputo creare il proprio mito ancora in vita, il cosiddetto “vivere inimitabile”. Egli è stato l’araldo dell’Italia, il “vate”, il poeta-soldato della Grande Guerra, il Comandante di Fiume. D’Annunzio ha quindi avuto un peso notevole non solo in campo artistico, ma anche in quello sociale e politico. Tale sua importanza non era limitata ai confini italiani, ma si estendeva anche al resto dell’Europa. Per questi motivi abbiamo ritenuto interessante analizzare le idee politiche del “vate”, tenendo però sempre presente come egli sia stato ‘solamente’ un letterato e non un vero politico. D’Annunzio è rimasto una questione aperta per la cultura italiana, che non è riuscita ad affrontarlo con la dovuta serenità e con il distacco critico che invece la sua importanza meriterebbe. Il suo nome è ancora oggi troppo legato a quello del partito fascista, nonostante gli studi sul d’Annunzio politico effettuati a partire dagli anni Sessanta che hanno messo in luce le distanze tra lui e il fascismo. Trattazioni fondamentali sono state effettuate da importanti storici come Nino Valeri (D’Annunzio davanti al fascismo del 1963) e Renzo De Felice (Mussolini il rivoluzionario del 1965; Carteggio D’Annunzio Mussolini del 1971; La penultima ventura del 1974). Per chiarire la reale posizione del Comandante in campo politico è strettamente necessario analizzarne l’esistenza e le numerose esperienze vissute. A tal fine il periodo storico coperto da questo nostro lavoro parte dalla fine dell’Ottocento, cioè dalla nascita del “vate” nel 1863, per concludersi nel 1938, anno della sua morte. L’arco di tempo non è certo breve, ma è solo attraverso il suo intero studio che si possono meglio cogliere le idee politiche del poeta. Le fonti utilizzate sono state fondamentalmente di due tipi: librario e archivistico. Il materiale librario è composto dalle opere dannunziane e da testi pubblicati da altri autori sia durante la vita del “vate”, sia successivamente; mentre la documentazione archivistica è costituita da lettere e documenti vari conservati presso l’archivio del Vittoriale a Gardone Riviera. Si è deciso di consultare questo archivio per poter meglio comprendere le scelte del Comandante attraverso la lettura delle sue missive e dei suoi appunti. L’archivio si suddivide principalmente in tre grandi compagini: l’archivio fiumano, che raccoglie molti documenti ed epistolari riguardanti i mesi dell’impresa; l’archivio generale dove è catalogato tutto ciò che è pervenuto a d’Annunzio; l’archivio personale che riguarda invece la corrispondenza scritta dal poeta e suoi appunti di vario genere. A Gardone sono stati quindi analizzati diversi carteggi tra il poeta e i suoi collaboratori e amici; inoltre si sono consultate le carte del periodo fiumano, fondamentali per la cognizione degli avvenimenti racchiusi nei quindici mesi di occupazione della “città di luce”. Reperire materiale librario su d’Annunzio è stato compito semplice. Molti studiosi hanno analizzato la sua figura; le biografie sono numerose e la maggior parte di esse sono complete ed esaurienti, soprattutto quelle più recenti, mentre quelle scritte da contemporanei del “vate” sono invece di tipo agiografico e peccano di troppa adulazione nei suoi confronti. Lo storico Renzo De Felice ha rappresentato una fonte importantissima per la ricerca. Egli è artefice non solo di un’autorevole biografia su Mussolini, ma anche - come già anticipato - di vari studi sulla figura del d’Annunzio politico, nonché curatore - con Emilio Mariano - dell’estesa corrispondenza tra il poeta e il “duce”.

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