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L'educazione contestualizzata in un caso di diparesi spastica

L’esperienza di tirocinio è stato un modo per osservare come sia stata utilizzata l’educazione contestualizzata per un alunno certificato con difficoltà di tipo motorio.
L’ausilio dell’Insegnante di sostegno dell’Operatore USSL e del mezzo informatico hanno favorito il superamento dei problemi di apprendimento e l’inserimento.
L’Insegnante ha agito da mediatore tra i Docenti, gli operatori ASL, i compagni di classe e l’alunno stesso sfruttando l’entusiasmo e la predisposizione di questi verso l’uso del Computer.
La disabilità psicofisica è stata osservata dal punto di vista delle abilità residue che venivano sfruttate generando abilità superiori a quelle dei compagni di classe, in alcuni ambiti.
Dalla Diagnosi Funzionale e dal comportamento dell’alunno emergevano difficoltà percettive superate attraverso il mezzo informatico che, inoltre, rendeva capace l’allievo di creare percorsi autonomi d’apprendimento per se’ stesso e per i compagni di classe con la progettazione di lezioni utili per il recupero pomeridiano.
In questo modo si risolvevano anche le difficoltà di relazione con i compagni originate da una carenza di autostima rendendolo protagonista del suo percorso di studi, ma anche di quello altrui con una costruzione positiva di immagine autoreferenziale.
Il contesto classe è riuscito a motivare l’alunno rendendolo autonomo nell’apprendere, sicuro di sé, integrandolo pienamente.

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2 Introduzione Alla conclusione del percorso formativo SOS 400 l‘esperienza di tirocinio è stata un esempio di educazione contestualizzata. Alla base dell‘insegnamento vi è la comunicazione che diviene strumento per l‘acquisizione di regole da parte dell‘alunno; comportamentali, di metodo di studio, di socializzazione, d’integrazione, di acquisizione di competenze. Di esse, però, lo studente ne acquisisce consapevolezza solo in parte perché lascia quesiti aperti. Occorre motivare alla conoscenza attraverso una educazione contestualizzata che renda concreti, attuali, i saperi perché da essi si creino competenze. La semplice cognizione dei contenuti è insufficiente perché privilegia il sapere sul saper fare. Condizione di autonomia è il saper fare. La comunicazione dev’essere applicata in situazione attraverso il mediatore tra lo scibile e le necessità di apprendimento dell’alunno. Nell’integrazione degli alunni certificati nella scuola è l’adulto l’asse portante in quanto, dal punto di vista culturale, i diversamente abili sono considerati meno capaci. L’apprendimento dell’individuo è influenzato dall’ambiente circostante e nel ridurre le distanze il Docente di Sostegno è fondamentale. Non abbiamo la cultura della diversità, la realtà induce a discriminare “ghettizzare” isolare, mentre sappiamo quanto sia importante comunicare per apprendere, condividere le conoscenze e le impressioni sui saperi acquisiti, conoscere differenti punti di vista. Affinché il disabile possa evolvere assieme al suo ambiente è necessario unire le strategie d’integrazione con un buon rapporto Ussl, mondo del lavoro. La scarsa comunicazione tra questi soggetti e tra il soggetto interessato e il suo ambiente riduce i processi di crescita. La contestualizzazione dell’educazione dipende anche dall’interagire di un complesso di soggetti tra cui il Docente di sostegno, ma anche gli altri su elencati che devono comunicare tra loro e, indirettamente, con l’alunno attraverso i risultati di un dialogo proficuo.

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Informazioni tesi

  Autore: Giangabri Coletta
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in attività di sostegno nella scuola secondaria superiore
Anno: 2004
Docente/Relatore: Incoronata Pergola
Istituito da: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 26

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