L'Accademia Nazionale e altre aperture teatrali in Italia nel secondo decennio del fascismo
Nel corso degli anni trenta lo Stato fascista, mutando strategia rispetto a quella tradizionale di assenteismo dei precedenti governi liberali, impresse una decisa svolta strutturale alle vicende sceniche nazionali. La pianificazione corporativa, razionalizzando e concentrando la vita teatrale nei grandi centri urbani, causò una sensibile riduzione della produzione. Il sistema delle sovvenzioni funzionalizzò il lavoro dell’attore, tentando di inibire la genialità del teatro all’antica italiana. A tale chiusura si oppose Anton Giulio Bragaglia, portatore con il Teatro degli Indipendenti, cui è dedicato il primo capitolo, di inquietudini e di possibilità teatrali alternative alla normalizzazione in atto. Fondamentale fu poi il ruolo svolto in tutte le iniziative di apertura e di sprovincializzazione del teatro italiano di quegli anni da Silvio d’Amico, figura centrale di questo studio. Nel secondo capitolo è evidenziato il suo impegno di riformatore, in primo piano in ogni manifestazione di apertura del grigio panorama teatrale nazionale: dal Convegno Volta sul teatro drammatico ai grandi spettacoli all’aperto del Maggio Musicale Fiorentino. All’invenzione più fortunata di d’Amico, l’Accademia Nazionale, istituzione pedagogica, indispensabile per sopperire al tramonto del sistema dei figli d’arte nella formazione delle nuove leve artistiche, e centro di diffusione della nuova figura del regista nel nostro teatro, è dedicato il capitolo successivo, basato tra l’altro sulle testimonianze da me raccolte di Luigi Squarzina e di Alessandro d’Amico, e riportate interamente in appendice. Incontro tra apertura europea alla regia e rivalutazione della grande tradizione attoriale italiana, l’Accademia era il coronamento di un impegno ventennale del presidente, condotto nelle sedi più svariate, giornalistiche, ministeriali ed istituzionali. L’ultimo capitolo registra l’emergere, negli ultimi anni del regime, di energie giovanili poco assimilabili e dei primi impulsi antifascisti all’interno dei luoghi pedagogici fondamentali, assieme all’Accademia, per gli sviluppi futuri del teatro italiano: il Teatro delle Arti di Bragaglia e i Teatriguf.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio Morselli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Relatore: | Claudio Meldolesi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 191 |
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