Analisi dell'iniziativa di riduzione del debito nei paesi poveri altamente indebitati
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Lo sviluppo è visto come un processo di espansione delle libertà reali di cui la gente dispone e queste libertà sono allo stesso tempo i fini e i mezzi del processo di sviluppo. Essi includono la libertà di partecipazione all’economia, che implica il libero accesso al credito; la libertà di espressione e di partecipazione politica; le opportunità sociali, compresi il diritto all’educazione e il diritto alla sanità; le garanzie di trasparenza nelle transazioni finanziarie ed economiche e la garanzia di avere una rete di sicurezza sociale contro, ad esempio, la disoccupazione o le carestie.
Per sfruttare l’opportunità di sostenere un processo di sviluppo globale che si è presentata con la fine della guerra fredda e il sorgere dell’economia globalizzata, c’è bisogno di consolidare un pacchetto di requisiti specifici che comprende governi onesti, sistemi legislativi e regolatori efficienti e trasparenti, funzionari correttamente addestrati e remunerati, un impegno vigoroso nel combattere la corruzione, un sistema giudiziario imparziale ed efficace, e un sistema finanziario ben organizzato e sorvegliato. Sono inoltre necessarie le infrastrutture fisiche, incluse adeguate e affidabili fonti di energia, strade, trasporti e telecomunicazioni. Bisogna proteggere l’ambiente naturale che include le foreste, l’aria, l’acqua e le biodiversità, così come il patrimonio culturale che è fonte di identità e orgoglio per tutti i popoli. Tutte queste necessità devono essere affrontate con diversi tipi di strategie sovrapposte tra di loro, che si occupino dello sviluppo sia delle aree rurali sia delle aree urbane, sia del settore pubblico sia di quello privato.
La nuova architettura finanziaria che è sotto discussione deve tenere conto di questo tipo di approccio che si vuole dare alle strategie di sviluppo e, per quanto riguarda i paesi meno sviluppati e più poveri del mondo, l’eliminazione del problema del debito estero è fondamentale perché, oltre alla gravità del fatto che il servizio del debito estero sottrae risorse necessarie per affrontare le spese di carattere sociale, rappresenta un ostacolo alla creazione di un sistema finanziario adeguato e di conseguenza ostacola anche la crescita economica.
Il debito estero è, per i paesi poveri, un problema che si trascina da oltre vent’anni e, solo nel 1996 è partita l’iniziativa HIPC che ne prevede la riduzione per alcuni dei paesi più poveri e più indebitati del mondo. Nelle intenzioni dei fautori dell’iniziativa, essa dovrebbe essere sufficiente per risolvere per sempre il problema del debito portando i paesi interessati in una situazione nella quale il loro debito estero sia sostenibile, dalla quale essi non dovrebbero più uscire.
Nonostante l’iniziativa HIPC rappresenti un comportamento encomiabile da parte dei creditori, visti gli scarsi risultati ottenuti dai precedenti tentativi di trovare una soluzione al problema del debito, essa non sembra certo essere il passo decisivo per il raggiungimento degli obiettivi che oggi si pone l’economia dello sviluppo.
Innanzitutto, si può criticare la base teorica sulla quale essa si fonda, perché è incentrata sul raggiungimento di alcuni obbiettivi indicati da valori soglia degli indicatori del debito, che dovrebbe essere sufficiente a garantire una situazione di sostenibilità per ogni paese e per ogni periodo, cosa molto difficile da dimostrare. Inoltre, il rallentamento dell’economia globale avvenuto nel periodo 2000-2001 e che si protrae ancora oggi, ha messo in dubbio anche i risultati concreti cui l’iniziativa HIPC avrebbe dovuto portare.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenzo Cabassi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Politica |
Relatore: | Giovanni Vaggi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 112 |
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