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Il contratto di lavoro sportivo degli allenatori professionisti

Questo lavoro nasce dall’intento di voler approfondire la tematica del lavoro sportivo in generale, e precisamente la legge n. 91 del 1981, con un particolare riguardo alla regolamentazione del rapporto di lavoro tra le società sportive e gli allenatori di calcio, illustrandone le peculiarità.

Nel primo capitolo si esamina in linea generale il lavoro subordinato, evidenziandone i caratteri peculiari e le differenze con il lavoro autonomo ed il parasubordinato.
Il capitolo dedica, poi, attenzione all’accordo collettivo di lavoro e al contratto a termine, regolato dalla legge n.230/1962, ora abrogata dal D.Lgs n.368/2001; la trattazione di quest’ultimo si giustifica con il fatto che si vuole evidenziare come il contratto di lavoro sportivo, previsto dalla legge n.91 del 1981, pur essendo un contratto a tempo determinato, sia stato disciplinato in modo difforme, al fine di adeguarlo alle esigenze del mondo sportivo.
Di non minore importanza è la tematica del contratto collettivo di lavoro, strumento di regolamentazione del trattamento economico e normativo dei contratti individuali, cui si ricorre anche in ambito sportivo, per regolare i rapporti tra gli sportivi professionisti e le società.
Il capitolo si conclude, necessariamente, con un breve cenno al contratto di lavoro sportivo subordinato consistente in quell’accordo che dà luogo al rapporto lavorativo tra le società sportive e gli sportivi professionisti, avente per oggetto le prestazioni di quest’ultimi, svolte a titolo oneroso e con il carattere della continuità e della subordinazione.

Il secondo capitolo sviluppa un’approfondita analisi della legge n.91 del 1981, che ha stabilito la disciplina sul lavoro sportivo professionistico, ovvero sul contratto di lavoro sportivo: partendo dalle origini e dalle ragioni della formazione della legge, si entra nel vivo del lavoro con la disamina delle disposizioni fondamentali.
Non poca considerazione è rivolta, poi, alle disposizioni (artt. 4, 5, 6, 7) riguardanti la disciplina del lavoro subordinato sportivo e l’aspetto previdenziale ed infortunistico.
Sono state introdotte con essa la tutela sanitaria, l'indennità di preparazione e promozione (ora sostituita con il premio di addestramento e di formazione tecnica), le assicurazioni infortuni, il trattamento pensionistico, e, soprattutto, è stato abolito il “vincolo sportivo”, che fino a quel momento aveva fatto del calciatore un'autentica ''merce di scambio''.

Nel terzo capitolo, infine, ci si sofferma sulla figura dell’allenatore, affrontando il problema della determinazione della natura giuridica del rapporto di lavoro che questi ha con la società sportiva, ed illustrandone alcune possibili soluzioni, sulla base della legge n.91/1981 e delle conclusioni della dottrina.
Viene trattato, poi, il contratto collettivo degli allenatori professionisti di calcio, stipulato dall’Associazione Italiana Allenatori di Calcio (A.I.A.C.) con le società sportive professionistiche. Tale accordo è stato concluso, precisamente, tra la F.I.G.C., la Lega Nazionale professionisti (serie A e B) e la Lega Professionisti di Serie C e l’associazione Italiana Allenatori Calcio (A.I.A.C.), proprio per disciplinare i rapporti tra le società, facenti parte degli Enti federali organizzativi dell’attività professionale, e gli allenatori professionisti tesserati dalle medesime società.
Vengono, poi, illustrate brevemente le caratteristiche dei contratti collettivi degli allenatori di calcio dilettanti, al fine di sottolineare la differente normativa contrattuale esistente per l’allenatore professionista e per l’allenatore dilettante.
Si descrivono, successivamente, le diverse categorie, professionistiche e non, degli allenatori di calcio, previste dal Regolamento del Settore Tecnico della F.I.G.C., evidenziandone la disciplina regolamentare, per, poi, passare ad una breve trattazione dell’Associazione Italiana Allenatori calcio, che costituisce il sindacato degli allenatori. Quest’ultimo rappresenta la controparte della F.I.G.C. e delle Leghe. Il lavoro si conclude con considerazioni sia sulla legge n.91/1981, sia su alcuni aspetti della disciplina contrattuale del rapporto intercorrente tra l’allenatore di calcio e la società.

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2 1.Introduzione Questo lavoro nasce dall’intento di voler approfondire la tematica del lavoro sportivo in generale, e precisamente la legge n.91 del 1981, con un particolare riguardo alla regolamentazione del rapporto di lavoro tra le società sportive e gli allenatori di calcio, illustrandone le peculiarità. In primis, appare opportuno procedere ad una disamina del rapporto di lavoro subordinato, in quanto, per legge, si presume tale il rapporto di lavoro intercorrente tra l’atleta professionista e la società sportiva, essendo, invece, tassative e limitate le ipotesi di lavoro autonomo. Il legislatore, d’altro canto, non qualifica la natura del rapporto tra le società e le altre figure degli sportivi professionisti – allenatori, direttori tecnico-sportivi, preparatori atletici – e ciò ha indotto la dottrina e la giurisprudenza a sostenere che per loro il lavoro subordinato non sia presunto, ma sia “l’ipotesi tipicamente ricorrente”, data la diversa attività lavorativa svolta, caratterizzata da un profondo inserimento nell’organizzazione della società, con la conseguenza che la natura del rapporto “dovrà essere accertata di volta in volta, attraverso l’applicazione dei criteri forniti dal diritto comune del lavoro.”

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Denza
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria josè Vaccaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 146

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