La metodologia Clil: Fondamenti - Ruolo del docente - Aspetti legislativi

In questa tesi verranno trattati tre aspetti chiave che serviranno a chiarire e ad approfondire la metodologia CLIL, che nell’ultimo decennio sta divenendo essenziale alleata della didattica scolastica italiana, allo scopo di facilitare l’apprendimento di una lingua straniera per mezzo di discipline comuni come storia, italiano o ancora per mezzo di materie tecniche. I punti su cui verterà l’elaborato riguarderanno:
- I fondamenti della metodologia presa in esame, il CLIL;
- ll ruolo dei docenti che si ritroveranno ad utilizzarla con i propri discenti;
- Gli aspetti legislativi che la governano.
L’obiettivo di questa tesi è quello di illustrare in modo esaustivo la metodologia CLIL analizzando i molteplici elementi che ne formano l’aspetto didattico e organizzativo. L’interesse per tale argomento nasce dall’innovazione intrinseca al metodo, che propone in un solo percorso una crescita per gli alunni in ambito didattico professionale, oltre che linguistico.

Nel corso dei secoli ci fu un interesse crescente per l’utilizzo delle lingue straniere, con lo scopo di accrescere le competenze personali e culturali. L’apprendimento di un’ulteriore lingua diversa da quella nativa è sempre stato infatti un mezzo per poter ricevere o offrire insegnamenti e conoscenze. Basti pensare alle colonizzazioni verso altri popoli e territori, scambio di merci, migrazione per motivi legati al lavoro…, dove ci si ritrova a dover comunicare per mezzo di altre lingue. Di sicuro erano forme molto rudimentali e prive di organizzazione o pensiero didattico, ma certamente, l’obiettivo era quello di farsi comprendere nelle attività o indicazioni fornite, e quindi il “contenuto” trasmesso per mezzo della lingua.
Tra gli esempi più recenti si può citare l’esperienza vissuta in Québec dove negli anni ’60, per facilitare il bilanciamento linguistico tra le comunità inglesi e le poche comunità francesi presenti, si spinse nella divulgazione della lingua Francese creando così uno stato bilingue. Questo processo, con il passare del tempo, venne riproposto in contesti analoghi, e quindi, in quelle aree dove si verifica la convivenza tra radicate minoranze linguistiche, come avvenuto ad esempio negli USA e nella stessa Europa, con lo scopo di diffondere insieme alla conoscenza della lingua, anche la cultura caratterizzante le piccole comunità.