La vela nella storia: oggi anche come valore terapeutico
Questo scritto vuole ripercorrere la storia, dal 3500 a.C. fino ai giorni nostri, attraverso la nascita e lo sviluppo delle imbarcazioni a vela.
La vela ora, strumento essenzialmente di diletto, in un passato a noi assai prossimo, fu strumento di vita e di lotta. A queste definizioni della vela, se ne può aggiungere una di carattere psicologico « … strumento formativo del carattere dell’uomo, con le pene, le audacie, l’abilità che essa richiede. ».
«Uno dei comandanti della Vespucci, il Capitano di Vascello, Giovanni Iannucci, ritiene che la crociera d’istruzione su un bastimento a vela, sia un ottimo test della resistenza psichica e fisica. La difficile e complessa vita che si deve svolgere a bordo, dove tutto dipende dal proprio lavoro e da quello degli altri, fortifica il senso di corresponsabilità per la sicurezza propria e dei colleghi, sviluppa coraggio, volontà, resistenza alla fatica, cementando fisicamente i giovani.».
Questo mezzo, così straordinario nella sua semplicità, eppure così versatile per qualsiasi utilizzo ne sia stato fatto e qualsiasi modifica nella storia gli sia stata apportata, ha costituito un mezzo fondamentale di comunicazione.
Dapprima le vele erano impiegate nel trasporto e la conseguente vendita di materie prime e prodotti finiti da un paese all’altro dell’oriente (importazioni ed esportazioni diremmo oggi) ; in un secondo momento le imbarcazioni a vela furono il mezzo che permetteva, ai grandi pionieri, di andare alla scoperta del mondo, così come le tre caravelle, La ‘Nina’ , La ‘Pinta’ e La ‘Santa Maria’ portarono, nel 1492, Cristoforo Colombo a varcare le colonne d’Ercole ed approdare nel nuovo continente.
Anche il sommo poeta, Dante Alighieri, canta la sete di conoscenza dell’uomo attraverso l’ultimo viaggio di Ulisse. Quest’ultimo, dopo essere stato prigioniero per più di un anno presso la maga Circe, insieme ai compagni fedeli, si rimise in viaggio, non facendo vela per Itaca ma verso il mare aperto, poiché la sete di “conoscere” era più forte di ogni legame familiare ed affettivo. Senza una rotta sicura, dopo aver toccato le coste della Spagna e dell’Africa, giunsero, vecchi e stanchi, alle colonne d’Ercole, confine ultimo del mondo allora conosciuto. Ai compagni timorosi Ulisse rivolse un appello, perché seguissero la virtù e la conoscenza e non il solo istinto animale di conservazione. « Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza’.».
Le moderne imbarcazioni a vela che solcano i mari di tutto il mondo hanno scopi ben diversi da quelli di un tempo. Oggi chi va per mare lo fa per diletto (crociere, diporto, regate), per apprendere le tecniche delle diverse scuole della marina militare, per raggiungere luoghi inaccessibili via terra consegnando medicinali e generi di prima necessità (Associazione Vele Senza Frontiere) o, come mezzo di recupero e riabilitazione per tutti i tipi di disabilità , siano esse fisiche, mentali o sociali.
E’ questa la rotta a cui punta questo scritto, attraversando la storia e visitando anche le altre terapie, tutto per arrivare al porto finale: la vela anche come valore terapeutico.
Suddivido la presente tesi in 2 volumi nell’auspicio che a molti possa interessare il tutto. Ma anche la parte storica possa essere di maggior competenza di un gruppo di persone e quella terapeutica di altri.
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Brunone |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo |
Corso: | Relazioni Pubbliche |
Relatore: | Francesco Ogliari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 352 |
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