Le frane. Dal monitoraggio ad interventi di consolidamento della frana in localita ''Coste''

4 Premessa L’intero assetto geomorfologico del Territorio Calabrese, caratterizzato dal brusco passaggio da scenari mediterranei della lunga costa tirrenica e ionica alle frammentate montagne dell’entroterra, risulta in costante e rapida evoluzione, per motivi riconducibili alle caratteristiche geologiche e del regime climatico a cui è esposto. Questi stessi motivi, sono da attribuire ai costanti ed estesi fenomeni franosi che caratterizzano i versanti dell’Appennino Calabro portando così ad un modellamento dei versanti stessi, che deriva dall’interazione di una serie di processi: l’erosione Meteorica, i Movimenti di Massa e la Disgregazione Superficiale del Suolo stesso. Per fronteggiare determinate problematiche ambientali nell’ambito ingegneristico, si realizzano dei sistemi stabilizzanti, antierosivi o comunque di consolidamento dei versanti. A loro volta possono avere più finalità, quali: Tecnico-funzionali di un versante franoso, Naturalistiche e Paesaggistiche atte alla ricostruzione di ecosistemi mediante impiego di specie autoctone convenienti. Queste strutture competitive ed alternative, composte da materiali come: pali in legno, pietrame, reti metalliche, biostuoie e geotessuti, possono sostituire, con palificate vive, terre verdi rinforzate o gabbionate, le opere tradizionali come ad esempio i muri di sostegno in cemento armato. I dati riguardanti l’analisi, il dimensionamento e la mappatura di tali strutture, atte al modellamento dei versanti a seguito di fenomeni franosi ed i loro fattori scatenanti, vengono racchiusi nel sistema informativo integrato GIS. Questi dati possono essere visualizzati, analizzati per comprendere le relazioni che esistono tra di loro e gestiti per crearne di nuovi su una mappa. Tale sistema permette la ricostruzione di intere aree tramite rilevamento con droni per lo studio del territorio e la sua mappatura. Il rilievo Fotogrammetrico con drone, fa sì che si possano realizzare dei modelli 3D, che uniti all’utilizzo dei dati in GIS o BIM, permettono una corretta e utile georeferenziazione. Il tutto per utilizzi futuri dei nostri dati in oggetto, ad esempio per il controllo degli effetti dannosi derivanti dall’urbanizzazione, spesso in aree instabili, caratterizzate da un’elevata vulnerabilità idrogeologica con rischio inondazione e frana. “In natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono conseguenze” (Robert Green Ingersoll).