Ansia da Competizione: Fattore negativo o positivo?

2 Introduzione Le emozioni rappresentano un elemento chiave nel mondo dello sport. Esse nascono in seguito a determinati avvenimenti che si verificano nel corso della competizione e, solitamente, giocano un ruolo estremamente dominante nello sviluppo e nell’esito della gara. In particolar modo, una delle sensazioni che un atleta riscontra maggiormente e che molto spesso influenza il rendimento della sua performance, è l’ansia. Specialmente nelle categorie di alto livello, ciò che distingue un atleta che sappia padroneggiare ottimamente le abilità tecniche, da un vero campione, è proprio la capacità di saper fronteggiare le eventuali situazioni di ansia, ossia di essere in grado di interpretarle come uno sprone, un elemento stimolante, da sfruttare a proprio favore. Quando si parla di ansia, generalmente, si fa riferimento ad una condizione mentale negativa, caratterizzata da una complessa combinazione di sensazioni sgradevoli, quali preoccupazione, tensione, nervosismo e paura, legata ad un evento che sta per accadere o che si teme possa accadere 1 , che risulterà quindi controproducente ai fini dell’attività che si andrà a svolgere. Lo scopo della tesi, è quello di dimostrare come, in realtà, il concetto di ansia, applicato in un contesto sportivo, non assuma esclusivamente un significato negativo, bensì possa rappresentare un elemento fondamentale per la riuscita della performance dell’atleta. Come afferma Graham Jones (1995), infatti: «L’esperienza di ansia competitiva, in particolare nella letteratura di psicologia dello sport nordamericana, viene vista come negativa e con conseguenze debilitanti per le prestazioni. Questa visione, 1 LEDOUX, J. (2016), Ansia, come il cervello ci aiuta a capirla, p. 25.