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Gli usi civici e la tutela dell'ambiente

La locuzione "usi civici" fa riferimento a peculiari diritti di godimento dei beni, propri o altrui, la cui titolarità spetta ad una collettività, stanziata su un determinato territorio, e a ciascun suo componente. Si tratta, più esattamente, di diritti il cui contenuto assicura alla collettività che ne è titolare la fruizione di specifiche utilità provenienti dalla terra, dai boschi e dalle acque. Il nostro ordinamento ha inteso disciplinare gli usi civici nella convinzione che si trattasse di fenomeni del tutto residuali, retaggio di un passato ormai lontano, alternativi al rigido modello proprietario di stampo ottocentesco. Da qui, una disciplina volta a governare il fenomeno secondo una logica mirante, essenzialmente, alla liquidazione degli stessi e allo scioglimento di situazioni di promiscuità nel godimento dei beni, considerate premonitrici di potenziali conflitti e sicuro ostacolo allo sviluppo socio-economico. Negli ultimi decenni, tuttavia, sono intervenuti profondi mutamenti all'interno della nostra società e del nostro ordinamento giuridico, che hanno interessato anche l'istituto degli usi civici, facendo scemare l'importanza della funzione economica originaria, a vantaggio di altri interessi di nuova emersione. In particolare si è andati in modo lento, ma inesorabile, ad oscurare il fattore economico dell'istituto per evidenziarne un nuovo e, fino ad allora, ignorato profilo di tutela ambientale e paesaggistica. Tale tendenza ha trovato riscontro in primis nella cosiddetta Legge Galasso, a mente della quale le zone adibite ad uso civico venivano ex lege sottoposte a vincolo paesaggistico. Con l'evoluzione di questo processo, che si è successivamente perfezionato con il Codice dei beni culturali e del paesaggio e, più recentemente con la legge n.168/2017, l'interesse protetto dal vincolo paesaggistico diventa un tutt'uno con l'interesse alla preservazione degli usi civici. Questo passaggio da una funzione puramente economica ad una ambientale ha messo in risalto una serie di problematiche: competenze legislative, pianificazione urbanistica, circolazione delle terre gravate da uso civico...

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5 INTRODUZIONE Con l’espressione “usi civici” si intende un coacervo di diritti di varia tipologia e differenti denominazioni, nati in seguito al crollo dell’Impero Romano, allorché, in assenza di un potere statale definito, le collettività locali hanno cominciato a dotarsi di propri strumenti giuridici, in base ai quali regolare lo sfruttamento dei territori rurali (in particolare quelli di montagna). In epoca medievale, l’unico diritto di proprietà propriamente detto sui suoli spettava al feudatario, così, in favore dei soggetti che materialmente coltivavano le terre, oppure le utilizzavano a fini di pascolo, si costituirono diritti reali di segno diverso, che sono poi confluiti nella definizione globale di “usi civici”. Tali diritti, nonostante la formale abolizione intervenuta nel periodo napoleonico, sono sopravvissuti fino all’Unità d’Italia ed in seguito, nonostante la liquidazione degli stessi disposta nel 1927, sono approdati all’età repubblicana. Attualmente, si stima che tali gravami siano presenti in una parte rilevante dei suoli di alcune Regioni d’Italia, tra cui in particolar modo, il

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Bellocchi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Luigi  Principato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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Parole chiave

tutela dell'ambiente
legge galasso
usi civici

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