Economia circolare: transizione verso un modello di turismo sostenibile
La nozione e l’idea di economia circolare non può essere ricondotta ad una data o ad un ideatore ben preciso, ma essa è il risultato dell’utilizzo coordinato di diverse teorie e diverse scuole di pensiero. Si possono riscontrare sue tracce fin dal settecento che sono racchiuse nel primordiale concetto di "sostenibilità". Questa definizione fu adottata da Carlowitz nel 1713, allorché chiamato a risolvere il problema della carenza di legname nel regno in qualità di direttore dell’ufficio reale nel Regno di Sassonia. L’argomento della sostenibilità è stato poi riproposto da Malthus nel 1798 nel suo “Saggio sul principio della popolazione”, dove si evidenziava come la produzione agricola inglese, a causa di una disponibilità di risorse fissa, era sottoposta ai principi dei rendimenti decrescenti e dunque presto non sarebbe stata capace di soddisfare la continua crescita della popolazione. Fortunatamente per gli inglesi, Malthus nella formulazione del modello non aveva tenuto conto dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico che ha consentito al nostro pianeta di raggiungere i sette miliardi di popolazione globale.
Dunque il concetto di sviluppo sostenibile nasce dapprima nell’ambito economico, da intendersi come soluzione del difficile rapporto tra uomo e ambiente. In effetti però e a partire dagli anni Settanta in poi, che si è affermata l’esigenza di unire tra di loro armonicamente la crescita economica e la equa distribuzione delle risorse all’interno di un nuovo modello di sviluppo.
L’idea di economia circolare si deve all’architetto svizzero Walter R. Stahel che nel 1976 insieme alla ricercatrice Geneviève Reday pubblica il rapporto “The Potential for Substituting Manpower for Energy”, nel quale per la prima volta si pronuncia il termine di economia “ciclica” e si introducono principi come l’allungamento del ciclo vitale dei beni e l’importanza di offrire servizi anziché prodotti. Il concetto di economia circolare viene spiegato ancora più dettagliatamente da Stahel nel 1982 con lo studio “The Product-Life Factor”, che introduce all’estensione della durata della vita di un prodotto, in altre parole l’arco di tempo in cui esso è utilizzato, quale base di partenza per un cambiamento progressivo verso una società sostenibile e che con una maggiore longevità della vita ottimizza le risorse utilizzate per la produzione di un bene, riduce il consumo delle risorse naturali necessarie e diminuisce i rifiuti prodotti, generando un benessere sempre maggiore.
Nel 1987 il World Commission on Environment and Development affermò che “lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento, tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali”.
Il concetto di sviluppo sostenibile si fonda allora su tre componenti tra di loro inseparabili e quindi la sostenibilità economica, la sostenibilità sociale e la sostenibilità ecologica.
L’economia circolare definita in lingua anglosassone circular economy rappresenta un modello economico concepito per auto-rigenerarsi. Dunque tutte le materie di origine biologica si prestano per essere reintrodotte in natura mentre quelle che hanno una componente tecnica devono essere progettate per fornire il massimo valore possibile prima dello smaltimento.
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Informazioni tesi
Autore: | Jessica Massaro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università Telematica Unitelma La Sapienza di Roma |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia e della gestione aziendale |
Relatore: | Pasquale Marcello Falcone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 113 |
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