Presentazione del Progetto di Rimpatrio Volontario Assistito "I Colori del Futuro"
Gli attuali movimenti migratori risultano aver raggiunto un picco mai registrato negli anni precedenti, in tutto il mondo vi sono 65,3 milioni di persone che sono state costrette a fuggire dal proprio Paese di cui circa 21,3 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali di età inferiore ai 18 anni.
Inoltre, ci sono ulteriori 10 milioni di persone apolidi alle quali sono state negate una nazionalità e l’accesso a diritti fondamentali quali istruzione, salute, lavoro e libertà di movimento.
Questa situazione generale impatta fortemente anche nei paesi dell’Unione Europea, in particolare in quelli meridionali che si affacciano sul mar Mediterraneo come l’Italia, come si può constatare dalla sottostante mappa, riferita ai flussi del corrente anno.
Il progetto migratorio di milioni di persone che abbandonano le loro terre di origine non di rado resta frustato dal mancato raggiungimento delle aspettative iniziali. Le difficoltà di integrazione, le difficili condizioni esistenziali che sono costretti a vivere, la precarietà lavorativa e, talvolta, le condizioni di vero e proprio sfruttamento che gli immigrati subiscono sulla propria pelle, può determinare in molti di loro il forte desiderio di tornare a casa.
Spesso però, questo desiderio intimo si scontra con l’impossibilità di realizzarlo per le insufficienti risorse economiche, necessarie ad acquistare il biglietto aereo, ma anche per difficoltà di tipo organizzativo, o ancora per un senso di “vergogna”, quest’ultimo, derivante principalmente dal dover rendere pubblico, presso le proprie comunità di origine, il fallimento del proprio progetto migratorio.
Peraltro, molto frequentemente, il sogno legato all’emigrazione non corrisponde soltanto alle aspettative del singolo migrante in quanto, dietro di lui, vi è una cerchia familiare più o meno estesa, che potrebbe interessare l’intera comunità del villaggio o quartiere della città di provenienza, la quale,su tale progetto, ha partecipato anche sotto il profilo economico, contribuendo al sostenimento delle spese necessarie per il viaggio (legale o meno).
Le aspettative disilluse sovente derivano da organizzazioni criminali che, con l’inganno,convincono migliaia di persone ad espatriare verso i paesi ricchi con la promessa di un lavoro dignitoso e ben remunerato.
Al riguardo vi sono molte inchieste giornalistiche e studi sociologici, tra i quali si può citare quello realizzato dal ricercatore sociale Marco Omizzolo che ha trascorso tre mesi “infiltrato” tra i lavoratori indiani obbligati a lavorare come schiavi nei campi agricoli della provincia di Latina.
Parlando della realtà immigratoria della provincia di Latina, area territoriale per la quale lo scrivente ha approfondito lo studio delle possibili attività nell’ambito del progetto “i colori del futuro”, è logico pensare che la realizzazione di uno specifico progetto di rimpatrio volontario assistito & reintegrazione, debba essere fortemente orientato a quelle realtà più interessate a possibili fenomeni di sfruttamento, come quelli pocanzi citati.
Lo studio della comunità punjabi nelle campagne dell’agro pontino, in provincia di Latina, ha svelato la realtà lavorativa ed esistenziale di molti di loro, impiegati come braccianti agricoli nelle aziende locali.
Un nutrito gruppo di cittadini indiani si è insediata nella provincia del sud pontino a partire dalla metà degli anni Ottanta del ventesimo secolo, in particolare nelle città di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Pontinia, Terracina e Fondi, dove è sviluppata un’agricoltura intensiva, principalmente in serre, praticata su terreni pianeggianti, con un’organizzazione aziendale diffusa e composta da cooperative agricole o aziende di piccole, medie e grandi dimensioni. Dette aziende sono impegnate
soprattutto nel settore ortofrutticolo, florovivaistico e vitivinicolo, sostenute da un sistema di raccolta e distribuzione dei prodotti agricoli capillare in cui è centrale il mercato ortofrutticolo di Fondi.
=====OMISSIS====
Per concludere, considerato che tutti gli analisti oramai concordano sul fatto che le attuali dinamiche migratorie persisteranno per molti anni ancora, è evidente che non è più possibile governarle con un approccio di tipo “emergenziale”.
Occorre una diversificazione di progetti, pensati per affrontare concretamente le differenti criticità che “fisiologicamente” scaturiscono da tale fenomeno sociale, dirigendoli principalmente verso coloro che giungono nel continente europeo con il proprio progetto migratorio.
Il governo dei flussi migratori è quindi l’unica risposta possibile per garantire un’armonica convivenza civile nelle nostre città e, in quest’ottica, il progetto “i colori del futuro” si inserisce tra quelle best practices che devono approcciare il fenomeno dell’immigrazione con uno spirito realistico, sganciato da forme ideologiche e preconcette.
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Informazioni tesi
Autore: | Luigi Fattorini |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Governo dei flussi migratori |
Anno: | 2017 |
Docente/Relatore: | Salvatore Ippolito |
Istituito da: | Link Campus University - L'Università internazionale a Roma |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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