Valutazione e dosaggio immunometrico dei markers tumorali
Attualmente il cancro rappresenta la seconda principale causa di decesso dopo le malattie cardiovascolari, pertanto, in questi ultimi anni, molti studiosi sono andati alla ricerca di una strategia adeguata per ridurre l'alta mortalità dovuta alle malattie neoplastiche, cercando di individuare nuovi indicatori biochimici che permettano di :
1) evidenziare il più precocemente possibile la presenza di un tumore e
2) indicare l'evoluzione della malattia neoplastica e possibilmente, in corso di terapia, monitorare l'efficacia del trattamento.
Lo studio dei marcatori tumorali comincia negli anni '60, con l'elaborazione del concetto egli “Antigeni Tumore-Associati” (TAA) grazie ai progressi compiuti nel campo dell'immunologia dei tumori; in particolare suscitano notevole interesse i cosiddetti “antigeni tumorali embrio-fetali” e i primi due marcatori tumorali ad essere identificati sono l'alfa-fetoproteina (AFP) e l'antigene carcino-embrionale (CEA).
Sul piano tecnologico, la più importante conquista è rappresentata invece dall'introduzione degli Anticorpi Monoclonali (MoAbs), che non solo hanno migliorato la performance dei marcatori già noti, ma hanno aperto la strada all'individuazione dei nuovi, come i markers mucinici quali CA-125, CA 15-3 e CA 19-9.
Qualche anno dopo viene purificato anche l'antigene prostatico specifico (PSA).
Nel corso degli anni '80 e della prima metà degli anni '90 si assiste alle grande diffusione dei marcatori tumorali e in molti laboratori si crea un settore dedicato ad essi nell'ambito dell'immunometria.
Questo vasto successo dei marcatori tumorali deriva anche dal fatto che, rispetto ad altre indagini più invasive, i pazienti preferiscono sottoporsi ad un semplice prelievo di sangue, anche ripetuto nel tempo, per monitorare l'andamento della malattia; inoltre anche i costi sono più contenuti rispetto a quelli di alcune metodiche strumentali e quindi più accessibili alla maggior parte dei pazienti.
Le aziende del settore, inoltre, si orientano verso l'utilizzo di strumentazioni che consentono dosaggi sensibili, precisi e con tempi di esecuzione molto brevi.
Tuttavia l'utilizzo dei marcatori tumorali presenta ancora degli svantaggi, in quanto attualmente non si conoscono marcatori specifici per ciascun tumore ed inoltre la mancanza di una chiara differenza tra tessuto normale e tessuto neoplastico fa sì che un indicatore biochimico può essere presente in circolo anche in situazioni di patologie benigne. Quindi è necessario valutare il rilascio di queste sostanze su diversi campioni e ricercare ulteriori conferme prima di inserire queste indagini nella pratica clinica.
Il cancro è la malattia più complicata con la quale gli scienziati hanno dovuto confrontarsi perché le cellule malate sono quasi uguali a quelle sane, per cui se non si riesce ad individuare quella piccola differenza che le distingue, non sarà possibile colpire tali cellule senza danneggiare quelle normali.
Alcuni tipi di cancro possono essere fermati con appropriati trattamenti medici, altri no.
Nonostante il tasso di mortalità sia ancora elevato, sono stati fatti enormi progressi nell'identificazione e nel trattamento di vari tipi di tumori.
Il tumore rilascia in circolo delle sostanze alterate che è possibile misurare mediante gli esami del sangue; questo permette di identificare il tumore nelle sue prime fasi di sviluppo, in modo da poterlo attaccare quando è ancora vulnerabile.
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Informazioni tesi
Autore: | Angela Di Bella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze biologiche |
Relatore: | Antonina Rizzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 30 |
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FAQ
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