Le origini e gli sviluppi della cremazione in Europa
Questo lavoro si propone di analizzare il fenomeno crematorio dalle sue origini. Nato a Milano nel 1876 si sviluppa in Europa con esiti diversificati nei vari paesi europei e negli andamenti delle singole città. Si esaminerà il caso delle maggiori realtà europee e delle città italiane dove il fenomeno ha maggiori riscontri.
Si tratta di una ricerca mixed metod. La parte quantitativa costruisce un database generale dei paesi europei con popolazione, morti, cremati e crematori dal 1876 al 2014. La parte bibliografica sistema fonti internazionali e fonti nazionali come quelle della Fondazione Ariodante Fabbretti di Torino rendendo i dati meno storici e più sociologici. Non manca una parte etnografica con sopralluoghi in Danimarca, Olanda, Germania, Spagna, Milano e Livorno con appendici fotografiche sulle realtà più significative per la nostra ricerca.
Questo lavoro ricostruisce un inedito ed esaustivo database delle cremazioni divise per paese europeo dal 1876 al 2014. Tra i risultati risulta che il maggior numero di cremati si ha in città libere e città imperiali libere che favoriscono l’insediamento di nuove popolazioni e cultura liberale, altresì il fenomeno attecchisce laddove il mutuo soccorso e la propensione a meccanismi previdenziali è più diffuso (civicness).Sul piano teorico si comparano i diversi esiti tra ebraismo e cristianesimo (protestanti, cattolici, evangelici, ortodossi, per il caso italiano si terrà conto di diverse problematiche inerenti la Massoneria, il Fascismo e i movimenti sovversivi della prima metà del Novecento.
I dati quantitativi sono ricostruiti dai database dell’Enciclopedia della Cremazione di Davies e Mates, della Società per la Cremazione della Gran Bretagna su dati demografici dell’ONU e dell’ Eurostat dal 1876 per arrivare al 2014.
Sul piano qualitativo, questo lavoro ha preso in esame anche diversi sopralluoghi da me compiuti in città italiane ed europee (Milano, Livorno, Pisa, Bologna, Cava de’Tirreni (SA), Amsterdam, Amburgo, Barcellona, Copenhagen, Francoforte, Madrid, Toledo, Siviglia). I casi più interessanti al fine della nostra ricerca rientrano tra queste pagine con una nostra documentazione fotografica.
A parte casi come Milano e Livorno, molte delle città toccate non hanno una valenza in termini assoluti sulle cremazioni, ma ci aiutano a capire le differenze in termini di organizzazione cimiteriale da paese a paese, frutto di secoli di differenziali di welfare, attitudini religiose e posizione geografica.
Nel capitolo 1 tratteremo la differenza sostanziale tra le narrazioni delle due civiltà religiose esistenti in Europa: Cristianesimo ed Ebraismo e come, nel tempo l’urbanizzazione ne modifichi l’apporto con il fiorire nell’Ottocento di pratiche come la medicalizzazione, l’individualizzazione e l’ascesa della borghesia.
Sarà questa la base della letteratura teorica della nostra ricerca con fonti come Ariès e Vovelle oltre ad una nutrita letteratura sociologica fiorita in un corpus di opere di Antonio Cavicchia Scalamonti e i suoi collaboratori presso l’Università Federico II di Napoli.
Tratteremo in particolare della diversità di approccio dell’atteggiamento ebraico e di quello cristiano.
Tracceremo le tappe fondamentali del cambiamento dei costumi che portano alla costruzione di cimiteri e alle sepolture individuali, una storia in cui la cremazione non è che l’ultimo anello di un processo di mutamento ancora in corso. Quanto alla desacralizzazione problematizzeremo se essa è davvero un processo di laicizzazione o qualcosa di diverso. Non mancheranno gli aspetti organizzativi e commerciali come quello delle pompe funebri.
Nel capitolo 2 per tanto tratteremo un’analisi dei casi europei
le città che hanno ereditato lo status di porti franchi e città libere che si configurano come avanzate sulla pratica della cremazione visto il loro mélange
la cremazione sarà molto attiva in quelle città dove c’è propensione alla finanza e all’analisi del rischio dove cioè è più sviluppato il senso delle assicurazioni private in forma di previdenza che porteranno ad uno sviluppo altresì di previdenza funeraria e di autotassazione per la creazione di Società Crematorie che saranno più propense ad esistere in città dove grado di coscienza civica è maggiore
Tracceremo poi schede analitiche sui primi paesi che giungono a creare associazioni pro-cremazione e apertura di crematori dal 1876 al 1930.
Soprattutto nel caso dell’Italia, esaminato nel capitolo 3, i toni hanno un carattere militante della pratica crematoria in funzione anticlericale, massonica, radicale e anti fascista. La nostra bibliografia di riferimento al caso nazionale è soprattutto frutto della Fondazione Ariodante Fabbretti e ha un particolare focus sul periodo post-Risorgimentale dal 1880 al 1920.
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Marra |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni Internazionali |
Relatore: | Asher Colombo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 169 |
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