L'accesso intraosseo (IO) in area critica: un device efficace ed efficiente nel soccorso infermieristico
Background: Negli ultimi decenni l’avanzamento delle conoscenze e delle competenze nell’ambito sanitario è stato notevolemente supportato dal continuo progresso scientifico/tecnologico. Ci sono però alcuni ambiti dove, nonostante il progresso, alcune problematiche permangono tali, e fra queste spicca il reperimento dell’accesso vascolare in situazioni di emergenza-urgenza. Per fortuna però c’è un’altro tipo di dispositivo che ci permette di ottenere accessi vascolari, e che riesce, principalmente, in tutti quei casi dove il classico accesso intravenoso fallisce: è l’accesso intraosseo (IO). Largamente riconosciuto e approvato come efficace, sicuro e veloce, nella maggior parte del mondo, ma non ancora in Italia, dove la diffusione della tecnica e il riconoscimento delle competenze dell’infermiere per poterla gestire, seguono un andamento a macchia di leopardo.
Obiettivo: Lo scopo di questa tesi è quello di sottolineare le evidenze scientifiche che accompagnano l’uso dell’accesso IO nel mondo, analizzare il contesto italiano dal punto di vista legislativo e mettere in risalto le criticità che generano l’attuale situazione.
Metodologia: È stata effettuata una revisione di letteratura su: PubMed e CINAHL, con le seguenti parole chiave: Introsseous, IO/device, IO/access, Vascular access, IO/comparison, Bone marrow, IO/nurse, IO/registered nurse, Therapy free interval, IO/Infusion, IO/emergency, IO/catheter, IO/training, IO/adult, IO/pediatric, IO/Manual, BIG, FAST, EZ-IO, IO/blood, IO/ needle, IO/ drug administration, IO/recommendations.
Risultato: Le evidenze e le raccomandazioni riscontrate in letteratura non si oppongono in alcun modo all’uso dell’accesso IO, in ogni scenario in cui è stato studiato. Nell’ambito italiano, non sono stati trovati impedimenti legislativi riguardo la gestione della tecnica da parte dell’infermiere, anzi, in una regione si è creato un “precedente” legislativo che dovrebbe portare, in poco tempo, alla massima diffusione della tecnica su tutto il territorio, a gestione, anche e soprattutto, infermieristica.
Conclusione: “Perché NON infondere tramite puntura intraossea?”
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Andreocci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Fabio Talucci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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