Il Disturbo Dissociativo dell'Identità Secondo Ellenberger e Casi Bibliografici
Il Disturbo Dissociativo dell’Identità ha affascinato psicologi e psichiatri fin dagli albori di queste professioni. Anche se fu identificato per la prima volta solo nel diciottesimo secolo, lo si può ritrovare in tutta la storia della civiltà ed in ogni parte del mondo. Grazie al minuzioso lavoro dello storico Henri F. Ellenberger, sono state riscoperte le radici di questo disturbo ed è stata data nuova luce agli studi di alcuni tra i più importanti psichiatri del diciannovesimo secolo, come Jean-Martin Charcot e Pierre Janet.
Nonostante le descrizioni di casi di dissociazione dell’identità andassero aumentando, a partire dal 1910 sorse un’ondata di reazione contraria verso il concetto di personalità multipla. Si riteneva che gli investigatori di tale condizione fossero ingannati da pazienti monomaniaci, e li si accusava di avere dato essi stessi forma, involontariamente, alle manifestazioni osservate. Oltre a ciò la mancanza di criteri diagnostici rigorosi e la poca accuratezza delle descrizioni cliniche contribuirono a far cadere in disuso tale diagnosi.
Ad oggi, grazie anche a due casi di dissociazione che ebbero un’ampia risonanza mediatica, l’importanza del disturbo è stata rivalutata e si è assistito, a partire dai primi anni settanta, ad un graduale e sempre più impetuoso rifiorire di segnalazioni concernenti tale condizione morbosa, in particolare nel Nord America.
La tesi, attraverso l’approfondimento di alcuni dei più famosi casi bibliografici, ripercorre la storia di questo disturbo, dalle sue radici fino agli ultimi anni, seguendo le ricerche esposte nel libro “La Scoperta dell’Inconscio. Storia della Psichiatria Dinamica” di Ellenberger.
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Informazioni tesi
Autore: | Clara Bocchio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Franco Freilone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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