L'attività dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Una delle esperienze più recenti con cui la scienza giuridica oggi si confronta è costituita senza dubbio dalle autorità amministrative indipendenti. Un fenomeno originato da spinte riformatrici oppostesi all’occupazione della struttura amministrativa da parte della politica, che aveva determinato pericolosi connubi tra potere legislativo ed esecutivo. Peraltro, il proliferare di questo fenomeno impone sempre più l’esigenza di una caratterizzazione comune delle varie authorities: difatti, dopo un primo periodo all’insegna del caos, ultimamente si sta assistendo a un processo di omogeneizzazione dei caratteri. Ma, proprio in controtendenza rispetto a tale omogeneizzazione, si pone l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Una “maxi-authority” come da più parti la si considera: sia per l’articolata struttura sia per le complesse funzioni, che la nostra indagine cercherà di illustrare, sottolineando gli elementi di continuità col disciolto Garante per la radiodiffusione e l’editoria, ma anche la sua peculiare caratterizzazione in virtù della strumentalità della disciplina antitrust rispetto al valore costituzionale del pluralismo dell’informazione. Quest’ultimo dato rappresenta un’adeguata chiave interpretativa alla luce della quale dover considerare le competenze estremamente diversificate dell’Autorità. Ma, oltre che variegate, le competenze sono molto vaste: si è cercato opportunamente di mettere in guardia sul pericolo dirigistico rappresentato da tale Autorità, e si è avvertito che una delle conseguenze pratiche di tale caratterizzazione è certamente data dal potere regolamentare, per alcuni eccessivo. Tutto ciò contribuirebbe, peraltro, a spiegare la peculiare estrazione mista dei suoi componenti. Un’ultima considerazione va fatta per la disciplina dei settori della telecomunicazione e della radiotelevisione che ha accompagnato l’istituzione dell’Autorità: viene prescritta la separazione contabile ed amministrativa delle imprese, nonché il divieto di posizioni dominanti, e si fissano norme sull’emittenza radiotelevisiva, nonché sulle reti e sui servizi di telecomunicazioni, e sull’interconnessione, sull’accesso e sul servizio universale. Una disciplina peraltro non esaustiva, visto che, insieme al disegno di legge n. 1026 divenuto poi legge 249/97, è stato proposto un altro disegno di legge, il n. 1138 del 1996 recante la “Disciplina del sistema delle comunicazioni”, che non è stato però convertito in legge. Ma è una disciplina comunque al passo coi tempi, visto che si prevede, in accordo con i fenomeni di integrazione tecnologica, una regolamentazione comune per i due diversi settori, ormai integrati delle telecomunicazioni e della radiotelevisione.
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Informazioni tesi
Autore: | Aniello Melorio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Napoli |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Raffaello Capunzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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