Infermità mentale e diritto penale: alcune riflessioni sul tema dell’imputabilità. Ragioni che hanno portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e prospettive future
La tesi parte da una panoramica sulla follia, analizzata prima dal punto di vista filosofico, per giungere allo studio di quella che oggi viene definita "infermità mentale". Successivamente, viene analizzato il trattamento che ha subito il vizio di mente nel processo penale, a partire dall'ottocento fino all'attuale Codice Zanardelli, con riguardo ai risvolti che hanno influenzato il giudizio di imputabilità per il malato di mente autore di reato. Viene sviluppato anche il rapporto tra la psichiatria e l'ordinamento giuridico, per cercare di analizzare in che modo la scienza possa essere d'aiuto al giurista, e soprattutto, se sia possibile parlare ancora di certezze, dopo quella che è stata definita "crisi della scienza" e che ha condotto a un ridimensionamento del ruolo della perizia nel processo penale. In relazione a questo argomento, vengono poi illustrati i principi fondamentali delle Neuroscienze, la nuova disciplina che promette di influenzare in modo sostanziale il giudizio di imputabilità e che determina l'ingresso di macchine nel processo penale, che consentono di valutare come il cervello e il patrimonio genetico dell'imputato, abbiano influito sulle sue determinazioni.
La seconda parte della tesi riguarda la storia dei Manicomi Criminali, dalle origini fino alla sostituzione degli stessi con gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per terminare poi con la legge 9/2012, la quale avrebbe, apparentemente, ordinato la chiusura definitiva di queste strutture, non senza lasciarsi alle spalle una serie infinita di dubbi e di questioni irrisolte.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Bressaglia |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Pierpaolo Martucci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 171 |
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