Politiche di risparmio energetico per il settore dei trasporti - un caso applicativo
Lo sviluppo dei trasporti iniziato con l’ultimo ventennio del 1800 è contraddistinto nella sua fase centrale dall’enorme successo del mezzo automobilistico nella competizione fra diversi sistemi di trasporto, che nel decennio compreso fra gli anni 50 e 60 ha decretato la definitiva supremazia della mobilità individuale nei confronti di quella collettiva.
Il settore trasporti è oggi responsabile del 60% delle emissioni di CO e del 28% delle emissioni di CO2, nonché del 50% delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e composti volatili organici (VOC). Negli ultimi 20 anni una crescita pressoché inarrestabile dell’emissione di queste sostanze ha portato il settore dei trasporti ad essere il primo responsabile dell’emissione nell’ambiente di CO2 da combustibili fossili.
La sfida tecnologica che oggi si presenta è quindi quella di invertire questa tendenza, migliorando l’efficienza energetica, tutelando la qualità dell’aria e soprattutto riducendo progressivamente la dipendenza da petrolio (ad oggi il 98% dei combustibili usati per il trasporto deriva dal petrolio) senza però compromettere la competitività del sistema dei trasporti.
Per rientrare nei limiti sempre più stretti imposti dalle direttive europee in materia di inquinamento ambientale, la strada non può essere che quella della riduzione dei consumi di combustibile fossile in luogo di forme di energia più pulite: nel settore dei trasporti questo si traduce, oltre che in accorte politiche di rinnovamento del sistema mobilità nei centri urbani, nella sostituzione dei tradizionali motori a combustione interna con propulsori sempre meno inquinanti, come ad esempio i motori elettrici.
In questo lavoro, grazie al software di simulazione EnergyPLAN, sviluppato dal Gruppo di Ricerca e Pianificazione Energetica dell’Università di Aalborg, si è immaginata, tramite l’introduzione di dati reali relativi al contesto studiato, una penetrazione della mobilità elettrica che andasse a sostituire, con diverse percentuali, il traffico chilometrico coperto dagli autoveicoli a benzina. I risultati, comparati in termini di
consumi di carburante ed emissioni di CO2 con lo scenario attualmente esistente, hanno messo in evidenza la riduzione di emissioni derivante dal minor utilizzo di combustibile fossile, ma anche un aspetto molto interessante che lega l’utilizzo dell’energia elettrica per la trazione con l’aumento dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. E’ possibile, infatti, grazie alle batterie delle auto elettriche, immagazzinare durante la carica l’energia elettrica prodotta da fonti intermittenti non programmabili che non è possibile dispacciare immediatamente: questo enorme vantaggio evita di fare ricorso a svantaggiosi bilanciamenti della rete che si rendono necessari in caso di picchi di produzione.
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Zavatti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria Energetica |
Relatore: | Caterina Brandoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 103 |
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