La festa di San Rocco a Santiago del Cile: aspetti teorici ed etnografici
Nel mese che va dall’11 agosto 2011 all’11 settembre 2011 ho svolto una ricerca di campo in Cile per la mia tesi finale in Antropologia culturale ed etnologia, presso le comunità lucane di Santiago, Iquique e Pica, dove risiedono tutti coloro che tra la fine dell’ Ottocento-primi del Novecento e secondo dopo guerra abbandonarono i propri paesi d’origine della Basilicata per migrare verso il paese latino-americano con lo scopo di migliorare le proprie condizioni economiche nonché la propria esistenza.
L’obiettivo della mia ricerca è stato fin dall’inizio quello di capire se presso queste comunità lucane in Cile continuassero a sopravvivere usi, costumi, tradizioni dei propri paesi d’origine ma trasferiti oltre oceano, come un importante elemento di affermazione della propria identità culturale e delle proprie origini.
Una volta su campo e dopo aver assistito alla festa del Santo Patrono d’origine (San Rocco) che ogni anno la comunità lucana di Santiago (originaria di Tolve, Basilicata) festeggia nella metà di Agosto, decisi di affrontare il tema rituale-festivo, avendo constato come sia ancora molto forte e sentita questa festività tra gli emigranti lucani, che di anno in anno si emozionano nel rivivere una festa che è parte della loro cultura ed identità d’origine.
La festa è un importante contenitore sociale, un momento che interrompe la quotidianità, l’ordinario, attraverso cui leggere la società, la sua struttura, i suoi meccanismi, i rapporti sociali; ciò che mi interessava capire era se la festa di San Rocco a Santiago, una volta trapiantata anche oltre-oceano, conservasse la stessa struttura e modalità di quella che si svolge tutti gli anni a Tolve, in Basilicata, e se gli emigranti lucani continuassero a viverla con la stessa intensità e la stessa devozione di quando la vivevano a Tolve prima di emigrare in Cile.
Per quanto la mia ricerca si sia concentrata prevalentemente su questo aspetto rituale-festivo, a cui è dedicato buona parte del secondo capitolo della mia tesi, non ho potuto prescindere dall’analizzare l’emigrazione italiana verso l’America latina, con un occhio di riguardo all’Argentina, uno dei paesi con il più alto tasso di immigrati italiani, e ovviamente al Cile, con particolare riferimento all’insediamento dei lucani nelle varie città del paese latino-americano.
Ho cercato inoltre di mettere a fuoco il modo in cui ogni comunità lucana presente in Cile cerca di portare avanti la propria identità e tradizione d’origine, puntando su diversi aspetti di essa: c’è chi si è concentrato sull’aspetto linguistico, continuando a parlare oltre che l’italiano, il dialetto del paese di provenienza; chi sull’aspetto folklorico, attraverso il recupero dei balli tradizionali; chi invece sull’aspetto culinario, recuperando le antiche ricette della Basilicata; e chi infine, l’aspetto da me analizzato dettagliatamente, si è concentrato sulla festività del Santo patrono.
Riguardo al modo in cui ho vissuto il mio lavoro di campo, sicuramente il fatto di essere lucana e di conoscere bene le tradizioni che ho indagato, ha facilitato in qualche modo il mio lavoro nella prima fase di conoscenza di una data cultura, ma, tuttavia, il fatto di trovarmi in un continente diverso, mi ha permesso di analizzare gli aspetti della mia cultura d’origine, nonché oggetto della mia indagine, come la lingua (e il dialetto), il cibo, i balli tipici, le abitudini, dal punto di vista dell’emigrante lucano, che ha abbandonato la sua terra d’origine, dunque in maniera più approfondita, cogliendo quegli aspetti che sfuggono ad un occhio abituato a vivere quotidianamente certi aspetti della propria cultura d’origine.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenza Messina |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Antropologia |
Relatore: | Zelda Alice Franceschi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 146 |
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