Il tifo violento: Una rassegna teorica in una prospettiva psicosociale
Il tifo sportivo è una cosa bellissima: unisce le persone intorno ad una comune passione e dona loro grande gioia.
Tuttavia, a volte vediamo come i tifosi si possano trasformare in vandali, delinquenti o, addirittura, assassini. Perché accade questo? Quali sono le ragioni psicologiche del tifo violento?
Questa tesi cerca di rispondere a queste domande. Dapprima, si fornisce un quadro storico su questo fenomeno ed alcune definizioni di base di "tifoso" e di "tifo violento", nonché un profilo dell'hooligan.
Da qui, si passa a considerare alcune spiegazioni comuni nell'opinione pubblica sul tifo violento (l'alcool, gli errori degli arbitri, etc.). A questo punto, vengono descritte le varie teorie (sociologiche, antropologiche, psicologiche e psicoanalitiche) che, negli anni, sono state applicate al fenomeno: tra queste, si presenta un interessante modello di Simons e Taylor (1992), che spiega il tifo violento sulla base dell'identificazione con la squadra, della solidarietà di gruppo, della deindividuazione, della deumanizzazione e della leadership.
La parte più interessante della tesi, però, riguarda la spiegazione del tifo violento sulla base dell'identità sociale: si cerca di spiegare come la definizione che l'individuo dà di se stesso a partire dalla propria appartenenza di gruppo influenzi le dinamiche tra le tifoserie e possa portare alle violenze. In particolare, si presenta il modello ESIM (Elaborated Social Identity Model) che è stata proficuamente applicato a questo fenomeno da Stott, Hutchinson e Drury (2001) in una ricerca condotta durante i mondiali di Francia del 1998.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca Barra |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo |
Relatore: | Daniela Caso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
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