Katyn (1940-2010): una strage che sembra non aver fine?
Dalla strage di Katyn commessa dai sovietici nel 1940, alla tragedia aerea di Smolensk, che ha annullato il quadro istituzionale polacco nel 2010.
Analisi storica, cronaca e tesi di complotto.
Il mio lavoro verterà sull’analisi dei fatti storici del 1940, messi in correlazione con i recenti avvenimenti in terra russa, più precisamente a Smolensk, dove il 10 Aprile 2010 il Tupolev presidenziale polacco si è schiantato a poche centinaia di metri dall’aeroporto, portando via le vite del Presidente polacco Lech Kaczynski e di una buona parte dell’apparato dirigenziale politico-militare della Polonia, proprio mentre il gruppo si recava alle celebrazioni del settantesimo anniversario del massacro di Katyn.
Verranno quindi messe in luce anomalie e incongruenze nei rapporti emanati e i precedenti rapporti bilaterali tra Polonia e Russia, non di certo idilliaci, tanto che alcune tesi tendono a evidenziare ipotesi di complotto, mentre altre si mantengono più sobrie, limitandosi ad analizzare oggettivamente le relazioni intergovernative tra i due paesi, ormai formalmente democratici.
Partirò quindi con alcuni paragrafi introduttivi alla storia immediatamente precedente al massacro di Katyn, di modo che risulti più facile la comprensione, se mai possibile, del comportamento sovietico.
La fucilazione di 15.000 prigionieri di guerra polacchi nell’Aprile/Maggio del 1940 da parte di reparti speciali del Nkvd avviene proprio nel periodo in cui vi era stata una quanto mai strana e innaturale alleanza tra le forze del Nazionalsocialismo tedesco e il regime sovietico, alleanza che aveva portato alla firma del famigerato patto Ribbentrop-Molotov il 23 Agosto 1939, che avrebbe dovuto sanzionare la spartizione della Polonia stessa da parte dei due regimi e che sarebbe servito da detonatore all’inizio della II Guerra Mondiale, avvenuto il 1 Settembre dello stesso anno, a pochi giorni dalla firma.
All’inizio delle ostilità da parte di Hitler, che invade direttamente la Polonia, corrisponde un’iniziale posizione di incertezza da parte del movimento comunista internazionale, posizione che viene chiarita a Dimitrov (capo del Komintern) direttamente da Stalin, che dà una visione quanto mai caratteristica degli avvenimenti in atto: la guerra si stava svolgendo tra due blocchi di paesi capitalisti, quelli poveri di colonie che lottavano per una nuova ripartizione del mondo contro il gruppo dei paesi più ricchi. Secondo Stalin il governo sovietico poteva riuscire a «manovrare una parte contro l’altra…possiamo muoverci perché si azzuffino tra loro e si indeboliscano a vicenda. Non sarebbe male se per mano della Germania venisse minata la posizione dei paesi capitalisti più ricchi. Senza rendersene conto né desiderarlo, lo stesso Hitler insidia e compromette il sistema capitalista» (Zaslavsky 2006, 15).
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Informazioni tesi
Autore: | Britan Kodheli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Francesco Privitera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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