L'appello civile
Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare l’appello civile,ovvero un mezzo di impugnazione ordinaria che impedisce,finché è proponibile, che la sentenza emessa dal giudice di primo grado passi in giudicato.
Il primo capitolo è dedicato,nella prima parte,ai caratteri generali che contraddistinguono l’appello,ovvero l’effetto devolutivo e la natura sostitutiva,in cui si inserisce il principio del doppio grado di giurisdizione; vengono indicati,inoltre,i termini per appellare,che sono stati oggetto di modifica, ad opera della recente legge di riforma del processo civile,la L. 69/2009; il giudice competente e le sentenze appellabili; nella seconda parte vengono,invece,analizzati,i presupposti necessari per proporre l’appello,ovvero legittimazione ed interesse ad appellare,in relazione ai quali è possibile distinguere tra soccombenza teorica e pratica.
Il secondo capitolo ha ad oggetto le forme e lo sviluppo del procedimento d’appello,il quale è strutturato,nelle linee generali,sul modello del procedimento di primo grado,nei limiti della compatibilità. Rilevano in tale ambito i “motivi specifici”,la cui genericità o omissione influenzano la validità dell’appello. In merito, la giurisprudenza si è pronunciata sulle sanzioni che si ricollegano al difetto di specificità dei motivi o alla loro omissione. Il capitolo prosegue con l’appello incidentale,la costituzione delle parti, la trattazione, la decisione della causa e le varie ipotesi di rimessione al giudice a quo; si sottolineano,infine,i limiti di intervento nel giudizio di secondo grado,ovvero l’intervento di terzi, il quale è ammesso in termini ristretti,poiché si intende evitare che una domanda proposta dal terzo, o nei suoi confronti,venga conosciuta dal giudice d’appello in unico grado,ponendo in essere un contrasto con il principio del doppio grado. Il capitolo si chiude con i provvedimenti resi dal giudice d’appello,in merito all’esecuzione della sentenza impugnata.
Il capitolo terzo analizza le questioni particolari che si inseriscono nell’ambito dell’appello: rileva,in particolar modo, il c.d. divieto di ius novorum,cioè il divieto di introdurre nuove domande,nuove eccezioni e nuove prove all’interno del giudizio di secondo grado; partendo dalla previsione dell’art.345 c.p.c., il quale è stato oggetto di vari interventi legislativi. In relazione all’attuale contenuto dell’art. 345 c.p.c., le questioni interpretative che occorre tenere in considerazione sono, per quanto riguarda le nuove eccezioni, la distinzione tra eccezioni in senso stretto, proponibili solo ad istanza di parte ed espressamente vietate in appello, ed eccezioni in senso lato, rilevabili anche d’ufficio dal giudice e ammesse anche se proposte per la prima volta in appello; e la discussa possibilità di allegare nuovi fatti a fondamento delle nuove eccezioni in senso lato.
Per quanto riguarda il divieto di proporre per la prima volta, davanti al giudice dell’impugnazione, mezzi di prova nuovi rispetto a quelli dedotti in prima istanza, non è affatto pacifico, né in giurisprudenza, né in dottrina, cosa debba intendersi per mezzo di prova indispensabile: il significato di questo requisito, che permette alla prova nuova di trovare ingresso in appello, è stato variamente interpretato, anche con riferimento ai rispettivi poteri delle parti e del giudice. L’indispensabilità del mezzo istruttorio ha affaticato gli interpreti anche quanto al suo rapporto con l’altra condizione che permette di sottrarsi al divieto di cui al terzo comma dell’art. 345 c.p.c.: la non imputabilità alla parte della causa che le ha impedito di proporre il mezzo di prova in questione nel giudizio di primo grado. All’interno dei mezzi di prova, una posizione distinta è occupata dai documenti,per i quali è stato disposto un espresso divieto di “produrre nuovi documenti” ex art.345 c.p.c., così come riformato dalla Legge n.69 /2009.
Le altre “questioni particolari” attengono all’onere di riproposizione di domande ed eccezioni non accolte; all’appellabilità di sentenze non definitive;alle ipotesi di improcedibilità ed inammissibilità per carenza di presupposti o condizioni e agli effetti prodotti dalla sentenza di primo grado.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Durante |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Carmen Perago |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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