Televisione, cultura e cinema in Italia: analisi empirica dei trend di lungo periodo e relazioni intersettoriali
Il livello culturale della popolazione sembra essere calato nell'ultimo decennio: quali sono le cause economiche? E’ forse la televisione la causa maggiore?
A queste domande si cercherà di dare una risposta, sia pure non definitiva, attraverso l'analisi empirica basata su dati di fonte Istat: innanzitutto analizzando i trend di lungo periodo dei settori e sottosettori culturali, poi tentando di fornire delle spiegazioni economiche alla stagnazione che sembra affliggere il settore.
Il primo capitolo del presente lavoro è un’esplorazione teorica dell’economia della cultura in generale, un settore troppo spesso sottovalutato e bistrattato e mai adeguatamente studiato sotto il profilo economico prima del 1996, anno di pubblicazione del controverso Morbo di Baumol, che contribuisce in maniera rilevante alla nascita di un filone letterario dedicato. Dopo una preliminare presentazione del mondo della cultura, con tanto di elencazione delle caratteristiche economiche dei beni culturali e dei mercati serviti, ci si sofferma prima sull’offerta, con l’indicazione delle cause economiche per le quali il settore culturale deve essere finanziato, e poi sulla domanda di cultura, evidenziando l’evoluzione che ha avuto il fenomeno nel tempo; su quest’ultimo punto, analizzando il trend di lungo periodo, è legittimo parlare di stagnazione culturale, dato che lo stesso presenta un andamento ciclico rispetto a PIL e spesa totale delle famiglie (rispettivamente 4% e 7%, percentuali più o meno inalterate nel lungo periodo).
Il secondo capitolo è dedicato all’esposizione teorica di due dei numerosi sottosettori della cultura: cinema ed editoria libraria. La struttura sequenziale dei paragrafi è la medesima del primo capitolo: introduzione, caratteristiche economiche, offerta e domanda, con particolare attenzione al lato quantitativo del fenomeno, dato che la presenza di dati, tabelle e grafici fa la sua parte.
Il cinema viene da sempre accostato alla cultura, tanto da meritarsi l’appellativo di “settima arte”, sebbene non tutti i prodotti cinematografici siano classificabili come culturali ma realizzati per il semplice soddisfacimento del bisogno di intrattenimento, in particolare quelli derivanti da Hollywood: ma questo è un problema più sociologico che economico che, quindi, verrà tralasciato; in questa sede ci si limiterà a considerare cultura tutta la produzione cinematografica, senza distinzione di contenuto. La lettura dei libri, prima ancora della frequenza con cui si va al cinema, può essere considerata un buon indice del livello culturale di un paese: secondo i dati diffusi da Eurostat, in Italia si legge molto meno che nel resto d’Europa, soprattutto riguardo la fascia di popolazione più giovane.
Analizzando i trend di lungo periodo dei due settori, si evidenzia come gli stessi non siano cresciuti adeguatamente nel lungo periodo, anzi siano addirittura decrescenti in termini reali.
Si è scelto di limitare l’analisi economica a cinema ed editoria in quanto i due settori prescelti sono presumibilmente quelli più strettamente connessi con l’economia della televisione, che contribuisce, con la sua funzione di mezzo di comunicazione di massa, a diffondere cultura e a cui è dedicato l’intero terzo capitolo: dopo la doverosa esposizione teorica del settore, arricchita con gli opportuni dati scientifici, si cercherà di capire se e in che misura la televisione ha giocato un ruolo importante nel processo di stagnazione che sta attraversando la cultura in Italia nell’ultimo decennio, confrontando i dati dell’audience televisivo con quelli dei botteghini cinematografici e con quelli relativi alla lettura di libri, che, in fin dei conti, sono dei potenziali sostituti.
Nell’ultimo decennio, dall’elaborazione dei dati Istat, risulta che la televisione trasmette sempre meno cultura, a vantaggio di tutti quei programmi, reality show su tutti, che alle imprese di produzione televisiva costano di meno per una serie di motivi (allestimento della scenografia, lavoro creativo, ecc.): può essere considerata questa una valida spiegazione alla stagnazione culturale?
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Informazioni tesi
Autore: | Dario D'Antona |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Giovanni Pica |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 62 |
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