Sviluppo locale e competitività dei territori. Analisi del contesto campano.
La rilevanza della dimensione locale per l’analisi dello sviluppo economico e per la definizione di politiche efficaci si è progressivamente affermata parallelamente al declino dell’impresa fordista e alla conseguente affermazione di forme di specializzazione produttiva flessibile.
Nel nuovo scenario globale si riducono le distanze tra aree geografiche e aumenta la mobilità degli individui, delle organizzazioni, delle risorse materiali e immateriali. Le imprese si spostano con grande facilità per produrre beni e servizi. Allo stesso tempo, gli individui si spostano per soddisfare bisogni sempre più complessi: «L’economia è così sempre più sradicata dai singoli luoghi, sempre più mobile nello spazio».
All’immagine di un’economia “disembedded”, se ne affianca un’altra che si muove in direzione opposta: quella proposta dal paradigma dello Sviluppo Locale. In questa prospettiva le grandi città, le regioni, i distretti industriali hanno iniziato a proporsi come spazi economici e sociali in grado di attrarre organizzazioni, individui, attività economiche e risorse.
Nei sistemi economici moderni le aree territoriali diventano quindi spazi economici e sociali d’attrazione consapevoli dell’importanza di fronteggiare tali processi di crescente competizione globale ed hanno cominciato a servirsi di nuovi principi e metodi di gestione per costruire, difendere o potenziare la propria attrattività.
Come l’impresa, il territorio è coinvolto in un processo di crescente competizione, che impone la costruzione, la difesa e l’accrescimento di vantaggi competitivi territoriali aprendo la strada all’adozione delle logiche, delle tecniche di analisi e degli strumenti propri del marketing territoriale.
Il presente lavoro intende porre in evidenza alcuni aspetti che caratterizzano il complesso scenario dello Sviluppo Locale, paradigma, diffusosi da diversi anni tra economisti, sociologi e politologi, che sta assumendo sempre maggiore rilievo nell’organizzazione economica contemporanea, soprattutto nei Paesi avanzati.
Nelle pagine seguenti, l’attenzione verrà, dunque, posta su una leva specifica dello Sviluppo Locale, vale a dire “la capacità dei territori di creare un contesto favorevole alle attività economiche, e quindi suscitare, attrarre e mantenere gli investimenti".
L’ analisi degli elementi che definiscono la competitività del territorio e la capacità di quest’ultimo di produrre Beni Collettivi Locali al fine di agevolare possibili investimenti, rappresenta l’obiettivo delle riflessioni condotte nelle pagine seguenti; tenteremo al contempo di tracciare un quadro generale degli elementi che definiscono la competitività di un territorio specifico, la regione Campania, storicamente interessato da fenomeni in grado di compromettere gli sforzi compiuti per innescare processi virtuosi di sviluppo.
Dopo aver delineato, nel primo capitolo, il contesto teorico del lavoro, attraverso la definizione delle modalità di analisi della competitività di un territorio e l’argomentazione della problematica dell’attrazione esercitata dai Beni Collettivi Locali nei confronti di potenziali investitori, il lavoro si svilupperà nel secondo capitolo con la definizione degli elementi distintivi dell’economia della Campania tramite un’analisi di dati secondari riguardanti il contesto economico generale, le eccellenze del territorio ed i problemi endemici della regione.
Nel terzo capitolo soffermeremo il nostro sguardo sulle iniziative concrete e sulle esperienze pratiche di Sviluppo Locale nella regione attraverso una rassegna dei soggetti attivi nell’ambito dell’ animazione, della valorizzazione e della promozione del territorio.
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Informazioni tesi
Autore: | Gaetano Ciaramelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Valentina Pacetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 62 |
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