FOGGHETABOUT IT! Lo stereotipo italiano ne I Soprano
Il presente lavoro nasce da un’esperienza di vita e di studio fatta in Spagna, dove ho frequentato per due semestri l’Università di Granada durante l’anno accademico 2009/2010.
Oggi giorno, ma come da sempre accade, del resto, un po’ tutti ragioniamo per luoghi comuni, a volte tendendo a fare di tutta l’erba un fascio, altre volte sterotipando anche ciò che non si conosce, solo perché ci piace farlo o perché ci hanno insegnato così.
Buttando l’occhio oltre confine, dunque, saremmo capaci di associare una determinata caratteristica ad ogni popolazione, e suppongo che lo stesso valga anche nei nostri confronti. L’idea di capire come il nostro paese è visto all’estero mi ha sempre affascinato e durante il mio soggiorno in terra iberica mi sono trovato ad indossare i panni dello straniero, osservando - per la prima volta - l’Italia da fuori e scontrandomi, come era ovvio che fosse, con numerosi stereotipi riguardanti la nostra identità, la nostra cultura e le nostre abitudini.
Ritornato in patria ho deciso di fare della mia esperienza di vita l’argomento della mia tesi di laurea, scegliendo di studiare lo stereotipo italiano, di analizzare la figura dell’italiano e di capire il modo in cui è visto dall’esterno.
Tutti sognano di vedere - almeno una volta nella loro vita - le nostre ricchezze, eppure, allo stesso tempo non amano e non condividono il nostro modo di essere e di pensare. Ed è cosi che l’Italia è diventato il paese della pizza, del sole, del mandolino, della mafia e di Berlusconi.
Una prova di ciò che ho appena detto è rappresentata dalla serie televisiva “I Soprano”, punto di partenza del mio lavoro.
La fiction, al 100% americana, con attori, registi, cameraman e autori tutti a stelle e strisce, descrive la vita di Tony Soprano, boss italoamericano della mafia statunitense. Pur essendo una produzione interamente americana, la serie è fortemente italianizzata, con un cast composto da attori italoamericani addestrati a mostrare tutti i luoghi comuni che gli americani hanno nei nostri riguardi.
Il primo capitolo del mio lavoro è, dunque, interamente dedicato al telefilm. In esso mi sono occupato di raccontare l’origine della serie, la trama, i personaggi principali, l’ambientazione e di sottolineare gli aspetti più importanti della fiction. Inoltre si propone di analizzare il linguaggio usato, ossia un lessico definito più volte politicamente scorretto. Quindi, dopo un approfondimento del significato di political correctness, viene analizzato l’aspetto lessicale della fiction, con particolare attenzione agli italianismi e ai volgarismi adottati nei dialoghi della serie.
Il secondo capitolo è incentrato sulla figura dello stereotipo. Si passa dall’origine del termine a quello che poi è effettivamente divenuto nel tempo, ossia un processo di categorizzazione della realtà. Si accenna al ruolo che lo strumento stereotipo ha all’interno della vita sociale ed infine si analizza la figura dell’italiano e dell’italoamericano.
La ricerca bibliografica è stata orientata, dunque, al recupero di libri nei quali sono emerse chiare le nostre qualità, i nostri vizi, insomma tutto ciò che ci
caratterizza come “italiani” e, dall’analisi della serie televisiva I Soprano, ne è emersa la rappresentazione stereotipata.
Le ricerche fatte mi hanno portato ad analizzare testi che raccontavano le caratteristiche del popolo italiano già dal 1600. Posso affermare quindi, che le nostre peculiarità sono sempre state le stesse. Il popolo italiano è stato sempre visto con stupore dallo straniero di turno ed è sempre stato bersaglio di critiche.
I nostri scandali quotidiani, economici, sociali, ambientali, o politici che siano, sono risaputi in tutto il globo e gettano solo fango sull’immagine di un paese intero. Ho avuto modo di capire che in gran parte, la colpa è dei mass media. Sappiamo bene quanto questi siano capaci di influenzare l’opinione pubblica e attraverso film, cortometraggi e pubblicità abbiano contribuito a creare ed implementare lo stereotipo italiano. Credo che l’immagine che si ama dipingere dell’italiano sia tutt’altro che positiva, ma sono convinto che non sia tutto da buttare.
In conclusione è doveroso sottolineare che il presente studio, e soprattutto il mio personale giudizio, non vogliono configurarsi come una critica nei confronti dell’italiano, quale io stesso sono, piuttosto esprime la mia personale rabbia per una società che punta a vincere e non a partecipare, dove ognuno pensa a sé stesso e non conosce il significato della parola collaborazione.
Il mio auspicio è che il presente lavoro faccia quantomeno riflettere coloro che lo ascolteranno e lo leggeranno.
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriele De Martino |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze dell'amministrazione |
Relatore: | Paola Attolino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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