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Esistenza e alterità

Il presente lavoro si propone di indagare il travagliato rapporto di Martin Heidegger con il soggettivismo e il pensiero dell’alterità. In particolare,si è inquadrata la questione entro la produzione heideggeriana che si estende dai primi corsi tenuti a Friburgo nel 1919 alla metà degli anni Trenta,alle soglie del cosiddetto “pensiero della svolta”.La scelta di circoscrivere l’analisi ad un arco di tempo limitato e non all’intera opera di Heidegger ha due motivazioni fondamentali:innanzitutto gli anni 1919-1935 sono quelli in cui l’autore non perviene ancora al superamento del soggettivismo e al pensiero dell’alterità e si tratta,quindi,del periodo in cui il tema affrontato si rivela più problematico;in secondo luogo la selezione applicata risponde all’esigenza di rendere la trattazione più coerente e meno dispersiva possibile.
L’esigenza di svolgere un lavoro che fosse esaustivo ma non dispersivo ha purtroppo costretto a liquidare alcune questioni con brevi accenni e rimandi,riservandosi di svilupparle e approfondirle in altra sede.
Quanto si intende dimostrare è il legame di filiazione tra concezione e sviluppo del problema cosmologico da parte di Heidegger e l’impossibilità per lui di pensare gli altri in un rapporto di parità e cooriginarietà con l’Esserci,cui sono legate le difficoltà da lui incontrate nell’attuare il tanto auspicato e più volte annunciato supermento del soggettivismo moderno:a partire da un’idea di mondo come unità dell’esperienza del sé,prima,e di orizzonte di significatività dell’essere dell’uomo,poi,come avrebbe potuto l’autore pensare l’alterità dell’Essere e del mondo stesso rispetto a un uomo ancora detentore del senso delle cose?Come avrebbe potuto pensare il rapporto tra questo uomo e gli altri a lui simili se non come rapporto di dominio dell’uno sugli altri o viceversa?
Si è deciso di articolare il presente lavoro secondo tre nuclei tematici fondamentali,a ciascuno dei quali è stato dedicato un capitolo:la questione cosmologica (capitolo 1);la concezione del rapporto dell’uomo alla realtà,che dipende immediatamente dal modo in cui Heidegger pensa il mondo (capitolo 2) e la conseguente subordinazione tanto del problema dell’Essere quanto del pensiero degli altri e dell’altro al protagonismo del soggetto-Dasein.

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4 Introduzione. «Questa è filosofia. Non ci capisco una parola. Ma questa è filosofia» 1 . Queste parole del fisico e filosofo C. F. Weizsäcker esprimono adeguatamente la prima impressione che si ha avvicinandosi all‟opera di Martin Heidegger. Il confronto con il suo pensiero costituisce un‟esperienza che può spaesare e scoraggiare il lettore. L‟ermeticità del suo discorso e le sue sperimentazioni linguistiche sembrano essere, di primo acchito, ostacoli insormontabili e solo un‟attenta e paziente frequentazione dei suoi testi consente di appianare questi monti apparentemente invalicabili. Chi fosse abbastanza curioso e tenace da accettare la sfida e non abbandonare il campo si troverebbe poi coinvolto e affascinato dal pensiero innovatore e sperimentatore di questo autore. Il tentativo di ripercorrere e ricostruire il percorso speculativo di Heidegger richiede un ingente investimento di energie: la tortuosità del ragionamento e dell‟esposizione si accompagna a una produzione discontinua, costituita da corsi universitari, saggi, conferenze e trattati, alcuni dei quali rimasti incompiuti o tronchi 2 , che rispecchiano l‟andamento di un pensiero che si sottrae alle contrapposizioni concettuali che caratterizzano la tradizione filosofica. Esso non può essere etichettato come razionalistico né bollato 1 C. F. Weizsäcker assistendo a una lezione di Heidegger. L‟aneddoto è stato citato in più sedi. In questo caso si è fatto riferimento a G. Neske (hg. v.), Erinnerungen an Martin Heidegger, Pfullingen 1977, p. 239. 2 Cfr. Sein und Zeit [1927, M. Niemeyer Verlag, Tübingen 2006 (Essere e tempo, a. c. di P. Chiodi, UTET, Torino 1993)] e Beiträge zur Philosophie (Vom Ereignis) [V. Klostermann Verlag, Frankfurt a. M. 1989 (Contributi alla filosofia (Dall‟evento), a c. di F. Volpi, Adelphi, Milano 2007 )], ma anche i corsi universitari Die Grundprobleme der Phänomenologie [1927, V. Klostermann GmbH, Frankfurt a. M. 2005 (I problemi fondamentali della fenomenologia, a. c. di A. Fabris, Il Melangolo, Genova 1988)] e Die Grundbegriffe der Metaphysik. Welt – Endlichkeit – Einsamkeit (1929/‟30) [V. Klostermann Verlag, Frankfurt a. M. 1983 (Concetti fondamentali della metafisica. Mondo – Finitezza - Solitudine, a. c. di P. Coriando, Il Melangolo, Genova 1992)].

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Severin
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia teoretica, dell'arte e della comunicazione
  Relatore: Mario Ruggenini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 204

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