Comunicare la biodiversità - Il piano di comunicazione nelle pubbliche amministrazioni
Nonostante non esista una previsione nella nostra Costituzione dei concetti di comunicazione e di informazione, il ruolo della comunicazione pubblica è stato da sempre considerato lo strumento di attuazione dei principi che regolano la trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa. A questo proposito Norberto Bobbio saggiamente scriveva: “[…] la repubblica democratica – res pubblica non solo nel senso proprio della parola, ma anche nel senso di esposta al pubblico – esige che il potere sia visibile. […] Sotto quest’ aspetto è essenziale alla democrazia l’esercizio dei vari diritti di libertà, i quali permettono il formarsi dell’opinione pubblica, e assicurano in tal modo che le azioni dei governanti vengano sottratte alla segretezza della camera di consiglio, snidate dalle sedi occulte in cui cercano di sfuggire agli occhi del pubblico, vagliate, giudicate e criticate quando sono rese note” .
La comunicazione dell’Istituzione Pubblica, dunque, è quello specifico esercizio che rende pubbliche le attività e le funzioni dell’amministrazione, sostenendone l’identità e favorendo il consenso dei cittadini su argomenti di interesse collettivo , così che le finalità delle attività di comunicazione e informazione avranno lo scopo di illustrare, favorire e promuovere la conoscenza delle istituzioni, delle leggi da esse emanate e delle attività volte a garantire il benessere della popolazione, nonché l’immagine stessa delle amministrazioni e del loro ruolo in Italia e nel mondo, garantendo una sempre maggiore visibilità e importanza al nostro Paese .
Dovremmo però attendere le riforme degli anni Novanta per avere una scossa nelle fondamenta dell’apparato burocratico italiano. Dalla l. del 7 agosto 1990, n. 241, sul diritto di accesso dei cittadini ai procedimenti e agli atti amministrativi e proseguite sino alle l. del 7 giugno del 2000, n. 150 , che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, è stato disegnato il passaggio dal segreto alla trasparenza e dall’unilateralità alla partecipazione .
Quello che era nato come un’esigenza di trasparenza e innovazione, la comunicazione pubblica, a questo punto si cristallizza come una vera e propria disciplina di “pubblica utilità che racchiude in sé svariate finalità e tipologie di comunicazione tra cui quella politica, quella propriamente istituzionale e quella sociale” .
Lo “stato dell’arte” di questo profondo cambiamento operato all’interno delle pubbliche amministrazioni, e basato sulla comunicazione, può essere esaminato grazie a tre differenti chiavi di lettura:
- dal punto di vista dottrinale, esaminando i principi storico-sociologici che hanno reso la comunicazione pubblica prima un’esigenza e successivamente una disciplina;
- dal punto di vista normativo, analizzando le principali leggi di riforma della pubblica amministrazione, rivolgendo una particolare attenzione a quelle approvate dagli anni Novanta ad oggi;
- da un punto di vista “interno”alle amministrazioni, osservando come l’attività di comunicazione pubblica ( e nello specifico la creazione di un piano di comunicazione) possano essere considerati strumenti funzionali all’interno di un “Corso di Formazione sulla Tutela della Biodiversità” organizzato dal Formez (Centro di Studi e Formazione) per conto del Ministero dell’Ambiente.
Scopo del mio lavoro, dunque, è descrivere, attraverso l’esperienza di stage svolta presso il Formez, il ruolo-chiave della comunicazione pubblica nei processi di riforma del sistema amministrativo e nei rapporti con i cittadini-clienti in un’ ottica di customer satisfaction e qualità dei servizi.
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Informazioni tesi
Autore: | Donatella Parracino |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master di II Livello in Innovazione e Management delle Amministrazioni Pubbliche (MIMAP)|
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Alberto Padula |
Istituito da: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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