L'arte come fotografia: educare al silenzio
L’aumento della quantità d’immagini ha oltrepassato una soglia di qualsiasi misurabilità e vera fruizione. Il significato affoga nel flusso ed è annientato dentro un rumore di fondo privo di senso, rispetto alle dinamiche dell’esistenza personale e sociale. La parola e l’immagine nate per ritagliare un senso dal mondo e manipolarlo, perdono significato e si ritraggono. Giunte all’overdose di significazione, la parola e l’immagine si aprono al silenzio. Dietro il rumore, invece continuano a celarsi le nostre ansie, le nostre paure, di ascoltare, di pensare, di criticare. La soluzione tuttavia è semplice, si deve recuperare il silenzio e dare a questa esperienza un valore maggiore per la nostra vita.
Tra i vantaggi possibili, il più importante, è che riscopriamo l’ascolto autentico, una risorsa umana necessaria, efficace, ricercata ma paradossalmente sempre più scarsa. Il silenzio ci permette di maturare una modalità di vita più equilibrata e integrata, dalla quale scaturiscono, consapevolezza e conoscenza. Esiste, quindi, una relazione precisa, tra silenzio e ascolto, un rapporto etico ed estetico. Chi impara a conoscere il silenzio, riconosce automaticamente la bellezza, il fascino, la forza dell’ascolto; “ovvero la forza dell’essere rispetto al fare e al consumare ” insomma “Si diventa più consapevoli di quello che accade dentro di noi, e della soggettività del nostro percepire. ”
I fotografi d’arte l’hanno capito da un pezzo, ed è per questo, che ho fatto appello a loro, per dimostrare la mia tesi: “Lo stato dell’ascolto è il contenuto estetico del silenzio e diventa lo statuto fondante di uno sguardo educativo.” L’arte come fotografia, insomma, diventa: “strumento di rappresentazione e contemplazione […] un mezzo per uscire dai simulacri e dalle proiezioni illusorie del sistema mediatico contemporaneo […] per poter distinguere l’identità precisa dell’uomo, delle cose, della vita. ”
I grandi fotografi, quindi, ci insegnano che la fotografia è il mezzo ideale per ritrovare un corretto stato dell’ascolto perché l’arte come fotografia è mezzo di silenzio. L’arte come fotografia ci educa al silenzio.
Nella società dell’informazione eccessiva, delle immagini, del rumore, del flusso, la fotografia d’arte va controcorrente. Essa ci mostra una nuova strada, che conduce alla soluzione di molti problemi comunicativi dell’uomo moderno. Tuttavia, detto questo, non escludo altre strade magari più facili da percorrere.
Nel seguente lavoro la soluzione che ho indagato è stata dimostrabile ma racchiusa nello spazio esclusivo tra opera e fruitore. Un luogo, immateriale, ideale, una semiosfera, entro la quale la realtà esterna incontra quella soggettiva. Ho dimostrato, al riguardo che solo all’interno di un’architettura silenziosa, facciamo davvero i conti con l’interiorità. E quindi con un ascolto autentico. Ogni fotografia, quindi, diventa inevitabilmente un palcoscenico, su cui avviene una continua rielaborazione emotiva e cognitiva degli eventi. Il fruitore utilizza questo processo, per costruire il significato dell’immagine ma diventa anche una cornice d’ipotesi, entro la quale si ri-significa il nostro rapporto con gli altri.
É dentro questa semiosfera che vedo la possibilità di un’educazione all’immagine. É dentro un’architettura del silenzio che vedo la possibilità di insegnare l’ascolto. É da questo spazio immateriale che si può insegnare all’uomo contemporaneo, quando e come fare il deserto attorno a sé. Gli adulti del domani, dopotutto, hanno bisogno di immaginare e sognare con le immagini, senza però venire colonizzati da una civiltà di simulacri. La pratica fotografica, incontra senza ombra di dubbio le mancanze dell’Homo Videns, ovvero il moderno abitante della società dei flussi.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | luca peroni |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo |
Corso: | Televisione, cinema e produzione multimediale |
Relatore: | Giovanni Chiaramonte |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 211 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
La parola del silenzio in Wittgenstein
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi