I contratti marittimi di trasporto merci
La presente tesi si propone di indagare il panorama normativo applicabile ai contratti marittimi di trasporto merci, con riguardo sia alle fonti di origine nazionale che alle fonti di origine internazionale. L’interesse ad una ricerca di tal genere nasce dalla considerazione del fatto che l’Italia, in virtù della propria posizione, e con oltre settemila chilometri di coste, si colloca non solo al centro dei traffici marittimi intramediterranei, ma anche al centro delle rotte tra l’Estremo Oriente e il Nord Europa, le quali rappresentano una parte fondamentale del traffico di merci nel mercato globale. Spetta quindi alle capacità del Governo e del Parlamento sfruttare questo vantaggio geografico per far sì che le imprese di trasporto nazionali risultino competitive all’interno di tale mercato. Per realizzare questo obiettivo, è fondamentale consentire l’utilizzo di strumenti normativi adattabili alla pratica dei traffici marittimi ed attenti alle evoluzioni in essere nella prassi internazionale. Una tesi che intenda occuparsi dei trasporti marittimi di merci nell’era della globalizzazione non potrà, pertanto, fermarsi alla considerazione degli strumenti normativi forniti dal diritto interno ma dovrà considerare il dialogo costante esistente tra diritto interno e diritto internazionale, perché proprio sulla capacità del legislatore interno di aprirsi a tale dialogo si basa la competitività del nostro paese in un settore economico così importante come quello dei trasporti marittimi.
La trattazione dell’argomento è stata suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo è volto a dar conto delle caratteristiche proprie del diritto della navigazione e del sistema delle fonti in esso operante. Il capitolo secondo descrive specificatamente la disciplina applicabile ai contratti marittimi di trasporto merci, con riguardo sia alla normativa interna, contenuta principalmente nel codice della navigazione, sia alla normativa internazionale. A tale ultimo proposito è stata svolta una trattazione comparata tra la “International Convention for the Unification of Certain Rules of Law relating to Bills of Lading” (c.d. Regole dell’Aia-Visby), attualmente in vigore nel nostro paese, e la “United Nations Convention on international carriage of goods wholly or partly by sea” (c.d. Regole di Rotterdam), adottata l’11 dicembre 2008 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed aperta alla firma a Rotterdam il 23 settembre 2009, la quale entrerà in vigore con il raggiungimento del numero minimo di 20 Stati aderenti. Le Regole di Rotterdam rappresentano il risultato di un lungo lavoro preparatorio, iniziato dal Comité Maritime International negli anni novanta, sfociato nel progetto di una nuova convenzione sottoposta dal CMI all’UNCITRAL alla fine del 2001 e quindi oggetto di un approfondito esame, dal 2002 al 2008, da parte del Working Group on Transport Law creato a tale scopo dall’UNCITRAL. Benché l’Italia non abbia ancora provveduto alla firma della convenzione, un’analisi di tal genere non sembra prematura, se si considera il fatto che le Regole di Rotterdam sono destinate a sostituire definitivamente le Regole dell’Aja-Visby allargando l’ambito di applicazione della normativa uniforme.
Il capitolo terzo, in fine, è volto a dar conto delle forme documentali maggiormente in uso nella pratica del trasporto marittimo di cose determinate e del trasporto di carico totale o parziale.
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Informazioni tesi
Autore: | Cecilia Giselda Coculo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Elda Turco Bulgherini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 182 |
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