Rapporti tra diritto comunitario e diritto interno nella giurisprudenza costituzionale
Il delicato tema del contrasto tra normativa comunitaria e normativa na-zionale incompatibile, è stato esaminato dalla Corte Costituzionale fin dai primi anni sessanta .L’attività della Corte è da reputarsi uno degli aspetti più rilevanti nel processo di integrazione dell’Unione europea, malgrado in molte occasioni abbia preferito sposare una politica di difesa rispetto alla impetuosa avanzata del diritto comunitario, conscia di rischiare di perdere il ruolo assegnatole dal costituente, ovvero di supremo organo garante della Costituzione.
Il c.d. “cammino comunitario” della stessa rappresenta l’iter attraverso il quale, sotto la spinta della Corte di giustizia della Comunità europea, la Consulta è intervenuta per sciogliere i nodi di una relazione – quella tra or-dinamento nazionale e ordinamento comunitario – di non facile risoluzione, anche perché non rientrante precisamente negli schemi del diritto interna-zionale. Come noto, il rapporto tra le due Corti è stato conflittuale: le due massime giurisdizioni, infatti, sono giunte all’affermazione del primato in momenti diversi, partendo da un contrasto in origine netto.
All’affermazione del primato del diritto comunitario su quello nazio-nale o del principio dell’effetto diretto , attribuito dalla Corte di Lussem-burgo alle norme dei Trattati istitutivi e alle norme di diritto derivato , ha fatto eco la Corte Costituzionale con una serie di pronunce attraverso le quali è passata da asserzioni decisamente refrattarie alle posizioni comunitarie, all’attuale accettazione, con i distinguo che faremo , della tesi della preva-lenza del diritto comunitario su quello interno.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Auditore |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Antonio Ruggeri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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FAQ
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