L'assistente sociale e la valutazione: un incontro possibile?
L’obiettivo del presente lavoro non è tanto quello di offrire una panoramica esaustiva sugli approcci alla valutazione, ma piuttosto di individuare gli aspetti che conferiscono rilevanza alla funzione valutativa nel lavoro sociale.
Nel 1 capitolo, viene analizzato brevemente il percorso del servizio sociale nei vari contesti in cui è chiamato ad operare: sociale, politico, culturale. In particolare, si è posta l’attenzione su cosa si intenda attualmente in Italia con il termine valutazione e quali sono i concetti ad essa correlati.
Successivamente, si è fatto un excursus storico sulla valutazione, dalla legge regionale 285/1997 alla legge 328/00, confrontando i vari strumenti legislativi
Nel 2 capitolo, si è analizzata l’evoluzione del welfare state facendo emergere la figura dell’assistente sociale nel nuovo contesto sociale. Il sistema di servizi si caratterizza sempre più come welfare mix, ove oltre al pubblico e al privato è presente anche il terzo settore. Tra i sostenitori di questo tipo di welfare, si deve citare Ota de Leonardis la quale ritiene che il welfare mix tra stato, mercato e terzo settore, rappresenti la prospettiva emergente su cui insistono gran parte delle ricerche sul dopo welfare. Successivamente si approfondisce la figura dell’assistente sociale, che nel corso degli anni ha subito notevoli cambiamenti per rispondere alle nuove esigenze della società, fornendo servizi sempre più innovativi e differenziati. Tra le professionalità che devono intervenire nell’ambito del sistema integrato, questa figura è determinante, dato che costituisce il punto di raccordo e di snodo tra la domanda sociale e le risposte istituzionali. Nel processo valutativo, la figura dell’assistente sociale è una delle più importanti e centrali, sia che essa debba valutare situazioni che coinvolgono persone, sia che debba valutare servizi, le stesse politiche sociali in ambito locale come pure in ambito più vasto, pertanto deve avere un approccio professionale ispirato dagli stessi fini e criteri. L’assistente sociale deve però essere messo in guardia dai problemi che, alcune volte, insorgono durante la valutazione, soprattutto se di un caso specifico. Spesso le relazioni che si instaurano tra il valutato e il valutatore possono essere asimmetriche o addirittura opposte e a rischio di “vissuti difensivi e di pregiudizi”. Esistono alcuni strumenti che, dal punto di vista psicologico, possono sostenere l’operatore nel processo valutativo, affinché esso mantenga le caratteristiche fondamentali di apprendimento e di miglioramento: il contratto collaborativo, la supervisione, il lavoro di équipe. De Ambrogio, sulla base della propria esperienza, suggerisce 5 principi da applicare ai processi di valutazione dell’assistente sociale, i quali consentono di impostare in modo corretto metodologie e strumenti e di realizzare valutazioni attendibili ed efficaci in un rapporto di correttezza tra i diversi attori coinvolti.
Nel 3 capitolo, dopo una breve storia della valutazione, si riportano fedelmente le definizioni di valutazione elaborate da vari autori italiani e stranieri, ritenuti esperti in materia. Entrando più nello specifico della valutazione, cioè nel campo della valutazione, si è fatto riferimento: alle fasi valutative (valutazione “ex ante”, in itinere, ed “ex post”), ai criteri per esprimere giudizi (rilevanza, coerenza, efficacia, efficienza), agli attori (stakeholders)
Nella costruzione del disegno di valutazione, la scelta dei diversi strumenti, ritenuti più efficaci e meno costosi, ha una grande importanza per il reperimento dei dati. Essi sono: i questionari, le scale, le interviste, l’osservazione diretta, i focus group, gli indicatori sociali.
Nel 4 capitolo, si è pensato di analizzare due casi relativi ad esperienze svolte, in ambito professionale, da assistenti sociali, impegnati nel campo della valutazione, quali: la ricerca partecipata svolta dal CBM (Centro Bambino Maltrattato) di Milano in collaborazione con l’IRS (Istituto per la ricerca sociale), finalizzata ad offrire agli assistenti sociali strumenti e metodi per valutare i casi attraverso l’indagine sociale richiesta dall’autorità giudiziaria; l’esperienza relativa alla supervisione, che ha visto coinvolti cento assistenti sociali del Comune di Firenze, suddivisi in nove gruppi, condotti da cinque supervisori.
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Informazioni tesi
Autore: | Angela Maria Lepore |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Gabriele Tomei |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 68 |
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