Le frodi nel settore della produzione e commercializzazione dei prodotti tutelati da marchi comunitari
L’”agropirateria” è la contraffazione di un prodotto alimentare attuata sfruttandone la reputazione e la notorietà, imitando nomi, marchi, aspetto o caratteristiche. Si tratta di un fenomeno riguardante porzioni di mercato sempre maggiori, con rischi elevati per quei prodotti che garantiscono la qualità delle materie prime utilizzate e valorizzano il territorio. Questi, come ampiamente illustrato in precedenza, sono i prodotti DOP, IGP e STG. Le produzioni alimentari tutelate dai Marchi Comunitari in Italia rappresentano circa il 70% del fatturato agroalimentare.
Da uno studio condotto da Nonisma, società di studi economici, risulta che sono stati oltre due milioni i prodotti alimentari contraffatti sequestrati nel 2007 alle dogane degli Stati Membri dell'Unione Europea, con una crescita del 62% rispetto al 2006.
I prodotti alimentari sequestrati per uso improprio dei marchi DOP e IGP sono stati oltre 47 mila. Il principale paese di provenienza di tali prodotti è la Turchia (46%), seguita dalla Cina (37%). Ancora più problematica risulta essere la protezione del “Made in Italy” fuori dai confini dell’Unione Europea dove, secondo Nomisma, più che di contraffazione si può parlare di “imitazione confusoria”. Con questo termine si intendono tutti i presunti riferimenti all’Italia che offrono un valore aggiunto al prodotto. L’attività di tutela, in questi casi, è delegata alle imprese e ai Consorzi. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), attraverso campagne informative, ha sottolineato come, nel corso del 2008, i casi di sequestri di prodotti DOP e IGP contraffatti o falsificati siano più che triplicati. Il più “copiato” tra questi DOP e IGP è il Parmigiano Reggiano, cui seguono il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele, il Grana Padano, la Mozzarella di bufala e l'Asiago (Romagnoli P., 2007).
A fronte della realtà emersa l’accertamento della qualità e dell’autenticità, come richiesto dalle normative comunitarie e nazionali, assume un ruolo sempre più centrale in tutto il comparto agroalimentare. Un supporto rilevante a questa politica può derivare dall’utilizzo di sistemi di analisi innovativi per il monitoraggio delle matrici alimentari e dell’ambiente da cui esse originano. La disponibilità di tecniche analitiche all’avanguardia potrebbe permettere di definire i criteri di base per la distinzione tra un prodotto “genuino” ed “autentico” ed un prodotto di bassa qualità, a sostegno delle iniziative concernenti la promozione dei prodotti tradizionali.
In particolare, le tecniche di biologia molecolare ben si prestano a questo tipo di controllo, essendo altamente sensibili e specifiche, versatili e rapide nei risultati. Le basi scientifiche di queste metodiche sono molto promettenti, ma richiedono di essere perfezionate attraverso studi mirati e nuove ricerche.
L’entità del fenomeno delle frodi alimentari dimostra come il cammino verso concrete garanzie per il consumatore sia ancora lungo. La continua evoluzione della legislazione, l’incremento dei controlli da parte delle autorità preposte e il perfezionamento delle tecniche analitiche a disposizione rendono, tuttavia, questo obiettivo più reale e facilmente perseguibile.
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Informazioni tesi
Autore: | Federico Delli Noci |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Teramo |
Facoltà: | Medicina Veterinaria |
Corso: | Medicina Veterinaria |
Relatore: | Alberto Vergara |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
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FAQ
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