Le sentenze di ammissibilità del referendum in materia di procreazione medicalmente assistita

9. COMMENTO ALL’ORDINANZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE DEL 24 OTTOBRE, N. 369/2006. Dopo l’ordinanza del Tribunale di Catania del maggio 2004 e la sentenza del Tar del 2005 che hanno ritenuto rispettivamente legittime la legge e le linee-guida della legge in materia di procreazione assistita, e il referendum abrogativo del 12-13 giugno che ha affermato l’esistenza della legge 19 febbraio 2004, n. 40 cosi come è stata emanata, il 16 luglio del 2005 è stato promosso dal Tribunale di Cagliari un giudizio di legittimità costituzionale su una delle norme più discusse della legge del 19 febbraio 2004 n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita), ovvero la norma espressa dall’art. 13 l. cit. nella parte che sancisce il divieto della diagnosi pre-impianto, non consentendo di verificare se gli embrioni da trasferire nell’utero della donna sottoposta alla procedura siano sani o affetti da malattie. Il ricorso viene presentato da una coppia di coniugi, i quali sono stati ammessi alla procedura e una volta trovatasi in stato di gravidanza questa non è stata portata a termine per essere stato diagnosticata una forma di beta-talassemia del feto. Spinta da un forte desiderio di maternità la coppia si rivolge nuovamente al centro ospedaliero di Cagliari, richiedendo però che fosse effettuata una diagnosi pre-impianto per controllare se anche stavolta l’embrione fosse colpito dalla beta-talassemia ed evitare nell’eventualità di un riscontro positivo che fosse trasferito nell’utero della donna. 106